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Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2012 alle ore 10:35.

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La Spagna si aspetta di dover accantonare fino a 50 miliardi di euro a copertura dei crediti inesigibili del sistema bancario. Lo scrive il Financial Times citando un'intervista al neo-ministro dell'Economia Luis de Guindos secondo cui il nuovo governo di centro-destra, piuttosto che costituire una "bad bank" sul modello irlandese cui conferire attivi ad alto rischio, sarebbe orientato verso un ulteriore consolidamento delle banche con al centro le casse di risparmio.

«Nella maggior parte dei casi - ha aggiunto - si tratta di liquidità che è nella disponibilità delle stesse banche, e questo può essere fatto non in un anno, ma nel corso di diversi anni». Diverse banche spagnole hanno già avviato operazioni di aumento di capitale per rafforzare la stabilità patrimoniale, come richiesto dall'Eba.

Dopo aver presentato un deficit/Pil più profondo del previsto (8% rispetto al 6% atteso) un'altra notizia poco confortante arriva quindi da Madrid, costretta a presentare un rigido pacchetto di austerity per risalire la china. A cui aggiungere il dato sulla disoccupazione è ai massimi dal 1996. Non è quindi un caso se oggi il listino azionario spagnolo è il più debole in Europa con un ribasso all'1,67%. Gli analisti di Unicredit notano che negli ultimi giorni, la Spagna ha performato peggio dell'Italia a causa dei dati sulla situazione fiscale rivelatasi peggiore del previsto. Ieri i titoli di Stato spagnoli erano sotto pressione in scia ai rumors secondo i quali Madrid vorrebbe chiedere aiuto al Fondo monetario internazionale e all'Unione europea per aiutare le banche del Paese.

Madrid pronta a tagliare i bilanci delle regioni
Nell'intervista al Financial Times, de Guinos ha dettagliato sul piano di austerity in atto. Piano che, dopo i tagli ai ministeri, colpirà anche le Comunità autonome (regioni). «Avremo un controllo a priori: prima di approvare i bilanci servirà il via libera del governo centrale», ha spiegato Guindos sottolineando come «la difficile situazione della liquidità costituisca un'opportunità di imporre condizioni severe in materia di controllo del deficit delle regioni».
Una politica che rispecchia perfettamente la vocazione «centralista» del Partido Popular, erede politico del franchismo e nemico acerrimo di un'eccessiva autonomia regionale, ma che difficilmente sarà accolta con favore non solo da baschi o catalani ma anche da regioni come Valencia, uno dei feudi del Pp la cui situazione debitoria è particolarmente pesante.

Emergenza disoccupazione: superato il 20%
Tuttavia, l'emergenza principale del nuovo esecutivo rimane la disoccupazione, che ha ormai stabilmente superato il 20%: «La caduta del Pil in Spagna nel corso della crisi è rimasta nella media ma nessun altro Paese, nemmeno quelli costretti a ricorrere al salvataggio, hanno sofferto un così grave deterioramento del mercato del lavoro».

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