Fitch ha annunciato di aver declassato il rating sull'Ungheria di un gradino, a '"BB+" ora dal precedente "BBB-", mantenendo prospettive negative sul Paese che possono preludere ad altri tagli. Dopo questo taglio il debito di Budapest esce dalla categoria di "investment grade" e finisce in categoria "junk", o "spazzatura". Una decisione che «riflette l'ulteriore deterioramento della posizione di bilancio del paese, delle sue condizioni di rifinanziamento e delle prospettive economiche». E questo «in parte a causa di politiche non ortodosse che stanno minando la fiducia degli investitori internazionali e compromettendo la possibilità» di un nuovo accordo di aiuti con Ue e Fmi, afferma Fitch con un comunicato.

L'agenzia si riferisce alla decisione del nuovo governo guidato da Victor Orban di dare l'ok a una legge costituzionale approvata dal Parlamento che svincola la Banca centrale ungherese dal controllo della Banca centrale europea, violando quanto previsto dal Trattato di Lisbona che sposta la sovranità delle banche centrali dei Paesi dell'Ue verso l'istituto di Francoforte.

Ok che ha bloccato le trattative per un sostegno all'Ungheria da parte del Fondo monetario internazionale e dell'Unione europea. Decisivo l'incontro in programma a Washington (sede dell'Fmi) l'11 gennaio.

Intanto, dopo che ieri l'asta di BoT ungheresi è risultata un autentico flop (l'Ungheria ha collocato titoli pubblici con scadenza a 12 mesi per solo 35 miliardi di fiorini contro i 45 miliardi pianificati, i rendimenti hanno raggiunto il 9,96% in deciso rialzo rispetto al 7,91% dell'asta del 22 dicembre con titoli a 12 mesi), cresce la preoccupazione per i risparmiatori ungheresi, molti dei quali stanno rimborsando mutui in franchi svizzeri (ieri ai massimi sul fiorino ungherese, come l'euro).

Quanti ai conti correnti, un portavoce dell'esecutivo di Budapest ha oggi precisato che i depositi bancari privati in Ungheria sono al sicuro e garantiti fino alla cifra di 100.000 euro dal Fondo di assicurazione dei depositi nazionali. Lo ha ricordato , aggiungendo che il governo non sta interferendo nei contratti privati tra banche e depositanti.

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