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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2012 alle ore 09:52.

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Nowotny (Bce): taglio rating Italia problema più serio per l'EuropaNowotny (Bce): taglio rating Italia problema più serio per l'Europa

È praticamente un'accusa all'agenzia di rating americana di boicottare gli sforzi dei paesi membri e i primi risultati positivi per l'Eurozona che finalmente stavano emergendo sui mercati giovedì e venerdì mattina, con la riduzione degli "spread" e dei rendimenti dei titoli di Stato di Italia e Spagna.

Queste iniziative prese dagli Stati membri, prosegue il commissario riferendosi evidentemente anche alla manovra finanziaria del governo Monti, «stanno mettendo in campo il consolidamento dei bilanci e le riforme strutturali necessari nei nostri Stati membri, affrontando le fragilità del sistema bancario, rafforzando le nostre reti di protezione finanziarie e la nostra governance economica. Le recenti decisioni Ue, combinate con l'azione della Bce, hanno avuto un ruolo importante nella riduzione delle tensioni sui mercati dei titoli di Stato», osserva ancora Rehn.

«È ora importante -continua il commissario - completare il più presto possibile la definizione del profilo e dei dettagli pratici dello European Stability Mechanism (Esm) (il nuovo Fondo salva Stati permanente, ndr), e, come deciso dai capi di Stato e di governo il 9 dicembre scorso, anticipare la sua entrata in vigore al luglio 2012».

Rehn ricorda poi che l'Esm, una sorta di Fmi europeo, «sarà dotato di un suo proprio capitale di base e sarà perciò meno vulnerabile a cambiamenti del rating dei suoi Stati membri», come le degradazioni decise ieri sera dall'agenzia di rating statunitense Al contrario dell'Esm, l'attuale Fondo salva Stati è solo un veicolo finanziario senza capitali propri, che raccoglie prestiti sul mercato con interessi bassi grazie alle garanzie fornite dai paesi membri, ciò che finora gli aveva permesso di fregiarsi della tripla A. Il denaro raccolto viene poi riprestato ai paesi dell'Eurozona in crisi, che non riescono più a finanziarsi sui mercati a condizioni ragionevoli.

La Commissione, ricorda Rehn, «ha chiesto ripetutamente un rafforzamento della nostra rete di protezione finanziaria (ovvero dell'Efsf, ndr), sia allargandone il campo d'applicazione, com'è stato convenuto l'anno scorso, sia aumentandone la 'potenza di fuoco». A marzo, conclude Rehn, «sarà riconsiderata l'adeguatezza dell'attuale tetto complessivo di 500 miliardi per l'Efsf e l'Esm», le cui attività si sovrapporranno per un certo periodo, prima che resti in piedi solo l'Esm.

Fitoussi: Germania prossima vittima
«Le misure di Standard and Poor's confermano due cose: l'assoluta inattendibilità delle agenzie e l'allargarsi inesorabile della crisi dei debiti. La prossima vittima sarà la Germania». Parola dell'economista Jean Paul Fitoussi che in un'intervista a Repubblica sottolinea che la ricchezza di un Paese «non va valutata sulle statistiche ma nella sua completezza».
Per Fitoussi la crisi non sarà risolta «finché non si doterà l'Eurozona di una banca centrale modello Fed e di titoli comuni, gli Eurobond». Intervistato anche dal Messaggero, l'economista aggiunge che il downgrade è comunque «roba di nessuna importanza», «tutto questo rumore non fa che confermare una cosa: il disfunzionamento delle istituzioni europee».

Quadro Curzio: preludio a grave recessione
«Potrebbe essere questo il preludio ad una grave, lunga e grande recessione». Così in un'intervista al Mattino l'economista Alberto Quadrio Curzio commenta il declassamento a Italia, Francia e Spagna dell'agenzia di rating Standard and Poor's.

«Pochi giorni fa - dice -, una di loro, la Fitch non aveva previsto affatto una situazione di declassamento così vicina. Ora invece S&P fa il contrario. Questo la dice lunga sul fatto che manca del tutto un coordinamento tra di loro. Ecco perchè bisogna creare subito un organismo che invece sia al di sopra delle parti e totalmente accreditata nella sua indipendenza di giudizio. Se ne parla da tempo, ma poi non si fa. Possibile che con tutti gli organismi che abbiamo dall'Ocse all'Fmi, non si riesca a trovare il modo per metterne in piedi una?». L'economista ipotizza «una sorta di regia politica piuttosto che finanziaria» e definisce «pazzesco» un «declassamento collettivo dell'intera Unione economia e monetaria».

www.twitter.com/vitolops

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