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Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2012 alle ore 14:33.
Oggi è stata un'altra giornata "intensa" nel complesso mondo dei rating. L'agenzia statunitense Moody's ha annunciato una raffica di tagli/avvio di indagini per possibili tagli. Coinvolte 17 banche mondiali, 114 banche europee, nove assicurazioni europee. Tra le banche più "colpite" le italiane con 24 istituti finiti nel mirino dell'agenzia.
Ma non solo. Restando in Italia, Moody's ha abbassato il giudizio anche di Cassa depositi e prestiti, Poste Italiane ed Eni. Nel dettaglio, il rating (giudizio di merito sulla capacità di rimborsare il proprio debito) di Eni è stato tagliato da A1 ad A2. Gli analisti di Moody's hanno giustificato la nuova ondata di tagli in reazione alla riduzione del giudizio sul debito sovrano dello scorso 14 febbraio (il rating sull'Italia è sceso da A2 ad A3).
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In ogni caso, pur al netto della "bocciatura" odierna, Eni è, rating alla mano, considerata più affidabile dell'Italia da Moody's. La più alta affidabilità è confermata anche confrontando i giudizi degli altri due colossi internazionali del rating: S&Poor's e Fitch. Il giudizio di S&Poor's su Eni è "A" (mentre l'agenzia ha declassato l'Italia a "BBB+" a gennaio). Per Fitch Eni è "A+", mentre l'Italia è "A-".
Tre su tre. Peraltro il cane a sei zampe non è, nel panorama italiano, l'unica società a potersi fregiare del vanto di essere considerata più solvibile dell'Italia (la tabella della società più affidabili dell'Italia).
Tra le altre figurano anche Enel (oggi confermata da Moody's "A2"), Terna, Snam rete gas. E poi c'è Atlantia che vince il confronto con il Paese Italia solo secondo S&Poors ("A-" contro "BBB+") mentre ha lo stesso rating del Paese, a detta delle altre due big del rating.
Non solo utility, società energetiche e di trasporti. Il corporate vince il duello con lo Stato anche guardando i rating di Generali. La compagnia assicurativa, pur avendo perso un "notch" da Moody's (da "Aa2" ad "Aa3") resta ancora più affidabile dell'Italia. Anche secondo S&Poor's ("A").
Ma è davvero possibile che alcune aziende, per quanto grandi e internazionalizzate, siano considerate meno rischiose dell'Italia? Paese, che al di là della volatilità dello spread, resta pur sempre il terzo Pil dell'Eurozona e il settimo del pianeta?
«Quando le cose vanno bene generalmente uno Stato è ritenuto più solido delle aziende che operano all'interno, ma quando, come in questa fase in Italia e nell'Eurozona, il debito di un Paese subisce dei downgrade non è detto che il problema di quel Paese si estenda in modo proporzionale a tutte le società - spiega Nicolò Nunziata, strategist di JC&Associati -. Questo perché in caso di default alcune aziende, in particolare quelle che operano in settori di pubblica utilità o in settori anticiclici, hanno asset più identificabili e più facilmente vendibili rispetto a quelli dell'azienda-Stato. Senza dimenticare -prosegue - il tema dell'internazionalizzazione del business».
Questo è anche il caso di Generali. La spiegazione arriva direttamente S&Poor's che, a gennaio, ha motivato così il taglio di rating al Leone: «Il rating di Generali e delle sue controllate sono fino a tre gradini al di sopra del rating sovrano, contrariamente ai criteri dell'agenzia, grazie alla diversificazione del business del gruppo in Paesi della zona euro con un rating elevato. Quindi, mentre il rating sovrano è stato abbassato di due gradini, quello di Generali è sceso solo di uno».
«Vendibilità degli asset e internazionalizzazione del business - conclude Nunziata - hanno fatto sì che dopo la crisi del 2008 e l'accelerazione della globalizzazione le multinazionali ne siano usciti vincitrici. Questo non solo in Italia. Ma in tutto il mondo. Non a caso, aziende come Coca Cola, Mc Donalds, Apple o Google sono oggi considerate più ricche e solvibili dello Stato americano». Tutto il mondo è Paese. Come si spiegherebbe allora che la Johnson and Johnson conserva ancora la "AAA" di S&Poor's mentre la "casa madre Stati Uniti" ad agosto è ufficialmente uscita dal club della Tripla A?
Se poi si mescolano le carte si scopre che Coca Cola (rating A+), McDonald's (A) e Google (AA-) sono, agli occhi del rating, più solvibili dell'Italia.
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