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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2012 alle ore 08:04.

di Morya Longo
Il 30 dicembre scorso il Governo italiano sognava di convincere i mercati che l'Italia fosse come la Spagna: quel giorno i titoli di Stato italiani erano costretti ad offrire 1,91 punti percentuali di interessi in più rispetto a quelli spagnoli per trovare qualcuno disposto a comprali. Segno che gli investitori percepivano l'Italia più a rischio. Sono passati due mesi e ora è la Spagna a sognare di essere come l'Italia: sono infatti i BTp a offrire rendimenti leggermente più bassi. E, stando almeno alle stime di Goldman Sachs, la differenza (a vantaggio dell'Italia) potrebbe diventare ancora più pronunciata. La domanda sorge spontanea: possibile che l'Italia sia così migliorata in soli due mesi? Oppure i mercati esagerano, prima in un verso e poi nell'altro?
La realtà dei fatti è che, se si guarda l'economia reale e il bilancio pubblico, era ingiustificata la pressione sui BTp a dicembre. È vero che la Spagna ha un debito pubblico molto basso: equivale al 71% del Pil, percentuale inferiore a quella tedesca e pari a circa la metà di quella italiana. Questo è il vero punto di forza spagnolo. Per questo Madrid ha rating (per S&P ma non per Moody's) più elevati di Roma. Ma, se si guardano i dati economici, si scopre che la Spagna ha tanti punti di debolezza dove l'Italia è forte. Restando in tema di debito, se si somma quello pubblico a quello privato si scopre che l'Italia si ferma al 330% del Pil e la Spagna arriva al 390% del Pil. Questo significa che le casse statali spagnole saranno anche sgonfie di debito, ma l'economia nel suo complesso ne è piena. Insegna il caso dell'Irlanda che, se lo Stato è costretto a intervenire, è facile trasformare il debito privato in pubblico.
Ma il vero problema della Spagna è il deficit. Se oggi Madrid è sotto l'occhio del ciclone è perché sta dimostrando di avere il deficit statale fuori controllo: l'obiettivo era di arrivare al 6% nel 2011, ma alla fine ha chiuso con un rosso dell'8,51% sul Pil. E, per il 2012, il Governo ha chiesto di alzare l'obiettivo dal 4,4% al 5,8%. Morale: agli occhi degli economisti, la Spagna sembra avere perso la bussola del deficit. Il problema non sta tanto nella finanza centrale, ma in quella delle Regioni che producono circa un terzo della spesa pubblica totale. Ebbene: nel 2011 sono state loro a sforare, registrando un deficit del 2,94% sul Pil rispetto al previsto 1,3%.
Ci sono poi altri indicatori che mostrano un'Italia più forte della Spagna. Per esempio la ricchezza (intesa come finanziaria e immobiliare) delle persone: 210mila dollari medi in Italia, contro 104mila in Spagna. Anche questo ha un impatto, indiretto, sui conti pubblici: in Italia c'è più spazio per manovre di austerità, in Spagna invece c'è minor 'trippa'. Per non parlare della disoccupazione: 23% in Spagna contro il 9,2% in Italia. Anche questo riduce i margini di manovra del Governo e aumenta la spesa pubblica.
La domanda è: la Spagna è comunque più solida perché ha poco debito pubblico, oppure è meglio l'Italia perché ha più ricchezza privata e minor deficit? Varie le opinioni. Goldman Sachs ritiene che, considerando tutti i fondamentali economici, l'Italia stia meglio: per questo ‐ secondo Goldman ‐ i BTp dovrebbero rendere 'solo' 130 punti base più dei Bund tedeschi, mentre quelli spagnoli dovrebbero stare sui 200 punti base. Insomma: se questa previsione fosse vera, i BTp potrebbero essere ancora i titoli da comprare. Altri addetti ai lavori non sono però d'accordo: la Spagna ‐ ribattono ‐ ha poco debito pubblico, per cui i BTp devono comunque stare sopra i titoli spagnoli. Se questo fosse vero, dunque, i BTp non sarebbero titoli appetibili. Sarà la storia a dire chi abbia ragione.
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