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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2012 alle ore 21:15.
L'ultima modifica è del 22 marzo 2012 alle ore 08:42.

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La giornata di BorsaLa giornata di Borsa

Chiusura in rosso per le Borse europee, con Milano maglia nera: il Ftse-Mib ha concluso le contrattazioni in calo dell'1,7%. Male anche Madrid e Parigi, meno accentuate le perdite di Francoforte e Londra. Pesano i dati macro che arrivano da Eurozona e Cina con una contrazione dell'indice Pmi. Vanno male anche le due locomotive Francia e Germania.

A Milano male i bancari
I titoli degli istituti di credito hanno risentito dello spread tra BTp e Bund risalito oltre i 300 punti base oltre che, in alcuni casi, di realizzi dopo i recenti rialzi. Il peggiori titolo é stato così quello del Banco Popolare, ieri tra i migliori grazie ai conti 2011. Male anche Mediolanum dopo la pubblicazione dei risultati di bilancio. In controtendenza, invece, StMicroelectronics e Diasorin.

Seduta negativa a Wall Street
Wall Street ha chiuso la giornata in calo, con il Dow Jones che indietreggia dello 0,6% a 13.046,14 punti, lo S&P che perde lo 0,72% a 1.392,78 punti e il Nasdaq che cede lo 0,39% a quota 3.063,32 punti. Pesano i timori sull'economia globale. Il petrolio ha chiuso in ribasso dopo i dati deboli sul manifatturiero europeo e cinese, in calo dell'1,8% a 105,35 dollari al barile. L'indice dei prezzi delle case è risultato invariato a gennario, sotto le attese degli analisti che si aspettavano un incremento dello 0,3%.

Positivo, invece, il dato sulle nuove richieste di sussidi alla disoccupazione, scese a 348mila (minimi da quattro anni) da 353mila della scorsa settimana. Gli analisti si aspettavano un calo a 350mila. E poi c'è il superindice dell'economia americana inoltre è cresciuto in febbraio dello 0,7%, un decimo in più delle attese degli analisti. Per l'indice si tratta del quinto rialzo consecutivo, ad avallare le attese di un proseguimento della crescita anche nel corso dell'estate.

Germania, male l'indice Pmi
L'indice Pmi sul settore manifatturiero della Germania è sceso a livello di contrazione economica, segnalando prospettive difficili a cascata per tutte i Paesi manifatturieri dell'area euro, in particolare quelli periferici. Notizia che ha fatto scattare i future sui Bund innalzando gli spread con i Paesi dell'Eurozona.

Spread in aumento
Lo spread tra BTp e Bund ha chiuso a 318 punti, dopo un picco a 322 punti, dopo la chiusura in rialzo di ieri a 302 punti, con i rendimenti dei titoli decennali tornati sulla soglia del 5%, Grandina sulla Spagna. Lo spread calcolato sui Bonos spagnoli avanza a 358 punti per un tasso del 5,47% portando il vantaggio dell'Italia sulla Spagna (nella classifica del minor rischio Paese) su 40 punti base. Sull'andamento degli spread pesano anche le prese di profitto dopo lo scatto registrato dal mercato obbligazionario negli ultimi due mesi e mezzo.

S&P: Italia nell'occhio della tempesta
Sono poi arrivate, da un convegno a Francoforte, le parole del responsabile del debito sovrano dell'agenzia di rating Standard & Poor's. Per Moritz Kraemer «L'Italia resta nell'occhio della tempesta e rappresenta il maggiore fattore di rischio per l'intera Eurozona, anche perché le buone notizie sono già tutte note, sia le energiche riforme del governo italiano e sia i prestiti triennali concessi alle banche dell'Eurozona da parte della Bce». Ad alimentare le tensioni sull'Eurozona anche l'ultimo discorso di Ben Bernanke, governatore della Federal Reserve secondo cui la «situazione europea resta ancora difficile».

Petrolio a 105 dollari. Arabia: prezzi ingiustificabili
Come detto, Wti in calo a 105 dollari a New York, il Brent è sostanzialmente stabile con un arretramento di 9 cent a 124,11 dollari. Il ministro del petrolio arabo secondo ha detto ieri che gli elevati prezzi del petrolio non sono giustificabili e che il suo Paese è pronto ad aumentare la produzione del 25% se necessario.

Euro in tensione
Le tensioni si riflettono sull'euro che perde quota 1,32 dollari (guarda cambio euro/dollaro in tempo reale).

Ultimo giorno per il BTp Italia
Oggi scade il termine per le sottoscrizioni del nuovo BTp Italia. Nei primi tre giorni le richieste del BTp Italia hanno superato 5,7 miliardi di euro battendo le previsioni iniziali del Tesoro per una raccolta complessiva di 1,5-2 miliardi (analisi dei pro e contro sul titolo).

Tokyo snobba Pechino
La Borsa di Tokyo termina gli scambi in rialzo dello 0,40%, superando nel finale il disappunto degli investitori sui timori del rallentamento dell'economia cinese. Il Nikkei, volatile per tutta la seduta, si attesta a quota 10.127,08, in progresso di 40,59 punti, malgrado l'indice Pmi in Cina, diffuso da Hsbc nella rilevazione preliminare, abbia avuto a marzo una contrazione a 48,1 (-1,5 punti rispetto a febbraio), sollevando preoccupazioni sul rallentamento del passo da parte dell'economia di Pechino.

www.twitter.com/vitolops

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