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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2012 alle ore 20:10.
L'ultima modifica è del 29 marzo 2012 alle ore 10:59.

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A differenza della Germania, anche la Francia spinge per un ampio innalzamento del fondo. «Il "firewall" europeo deve raggiungere i 1.000 miliardi di euro circa e non solo i 700 mld di euro proposti dalla Germania». Ad affermarlo a "Bfm Business" è il ministro delle Finanze francese, Francois Baroin. «Quella di un "firewall" a 1.000 mld di euro -sottolinea - è la posizione che difendo in nome della Francia. Il "firewall", è un po' come il nucleare militare è fatto per non essere utilizzato: è un'arma di dissuasione. Più è elevato, meno i Paesi fragili saranno attaccati dalla speculazione. Auspichiamo che sia il più alto possibile». Domani, in occasione del vertice a Copenhagen, spiega Baroin, «ci saranno ancora alcune discussioni ma abbiamo fatto passi in avanti. Stiamo andando nella giusta direzione».

E mentre i ministri cercano un'intesa, la Spagna potrebbe addirittura rischiare la fine della Grecia: la stampa spagnola riporta il tentativo di alti funzionari Ue che starebbero facendo pressing su Madrid affinché chieda un aiuto Ue per ricapitalizzare le banche. Immediata la smentita del governo e quella della Commissione Ue, ma le reazioni non hanno calmato le Borse, che hanno chiuso in rosso.

Allo studio alternativa alla Tobin Tax
A Copenaghen si valuteranno anche le alternative a una Tobin tax a 27, su cui è fermamente contraria l'Inghilterra. Lo ha detto il portavoce di governo Steffen Seibert . Vista la difficoltà a trovare un accordo a 27 o anche a 17 sulla tassazione delle transazioni finanziarie, il Governo tedesco - secondo i contenuti di un documento preso in visione da Il Sole 24 Ore-Radiocor - proporrà una soluzione intermedia da realizzare subito fondata sull'esperienza britannica e sull'imposta francese: una tassa «su tutte le transazioni che riguardano azioni di società quotate in Borsa prelevata dove l'impresa ha sede legale».

I benefici di una tassa sulla finanza e della lotta all'evasione europea
Intanto, c'è chi come il capogruppo tedesco al Parlamento europeo, Hannes Swoboda, chiede a gran voce la tassa sulle transazioni finanziarie, annunciando di aver inviato una lettera alla presidenza danese e a tutti i ministri delle finanze europei per chiedere «rapida e decisiva azione per l'introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie e per la lotta alla frodi e all'evasione fiscali».

Citando studi commissionati dal gruppo politico tedesco S&D, Swoboda ricorda che evasione ed elusione fiscale valgono mille miliardi di euro nei 27 paesi dell'Unione europea. L'obiettivo del Consiglio europea, secondo i socialisti-democratici deve essere quello di dimezzare tale cifra entro il 2020.

Per quanto riguarda l'Italia i dati raccolti dal centro britannico "Tax Research" che compiuto l'indagine per conto dello S&D indicano una economia sommersa pari, nel 2009, a 418,23 miliardi di euro ovvero il 27,0% del pil ufficiale (1.549 mld). La conseguenza è la perdita di 180,25 mld all'anno di entrate fiscali, cioè il 253,1% del deficit pubblico annuale. Una cifra che, azzerata, permetterebbe da sola il 'rientrò del debito pubblico (1.843 mld) in appena 10,2 anni.

Nell'insieme dell'Unione europea l'economia sommersa è valutata in 2.258,22 miliardi di euro, con una elusione fiscale di 864,28 miliardi. Il cui "recupero" permetterebbe di azzerare l'intero debito pubblico europeo (9.851,41 miliardi) in soli 8,8 anni.

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