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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2012 alle ore 12:13.

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di Giuliana Licini
Un gruppo che punta ad accelerare la propria internazionalizzazione, mentre allenta i legami, almeno formlmente, con Mediobanca. È l'orizzonte delle Generali emerso nella giornata dell'assemblea annuale che ha approvato il bilancio 2011, ha confermato Gabriele Galateri alla presidenza e ha introdotto i limiti di età per le principali cariche di governance del gruppo e adottato le quote rosa. A fare da sfondo sono state però le dichiarazioni di Leonardo Del Vecchio, azionista del Leone con il 3%, che in un'intervista ha duramente criticato il top management della compagnia per la gestione finanziaria, invitando senza giri di parole Perissinotto a «dare dignitosamente le dimissioni». La Delfin di Del Vecchio ha comunque votato a favore del bilancio, approvato da oltre il 99% dei soci presenti. Le questioni sollevate dal patron di Luxottica (investimenti in Telco, nei titoli greci, nella jv con Ppf e nell'immobiliare) hanno fatto da filo conduttore degli interventi di Perissinotto, in assemblea e alla successiva conferenza stampa. Il ceo ha tra l'altro preannunciato un aumento di capitale di Telco, difeso la bontà dell'investimento nell'Est Europeo con il finanziere ceco Petr Kellner, rassicurando che alla put in scadenza a fine 2014 la compagnia farà fronte con i propri mezzi, senza ricorrere ad aumenti di capitale, così come è stata sottolineata la valenza dell'investimento nel complesso immobiliare milanese Citylife.

Perissinotto ha anche preannunciato l'intenzione di uscire da Rcs, perché l'editoria,oltre ad essere «un mestiere difficile», non rientra tra quelli delle Generali. Altro leit motiv della giornata è stata l'assenza, sia pure momentanea, dei rappresentati di Mediobanca nella governance, dopo le dimissioni dell'ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel e del d.g. Francesco Saverio Vinci, in ossequio alle disposizioni dell'articolo 36 che vieta i doppi incarichi in istituzioni finanziarie concorrenti e quindi comporta un allentamento della presa di Piazzetta Cuccia su Trieste. «Non ho mai percepito controllo o forzature dal cda o dall'azionariato di Mediobanca», ha peraltro assicurato il presidente Galateri, dicendo che il discorso dell'articolo 36 «in linea di massima è condivisibile, ma non mi riconosco in un discorso da 25 aprile, di liberazione». Nessun problema, anzi «nessuna inibizione o condiscendenza», come teme invece l'Antitrust, nei confronti della ‘grande Unipol', ma piuttosto l'opportunità di guadagnare quote di mercato da un concorrente in difficoltà, ha detto Perissinotto. «La strategia di fondo consiste nell'accelerare il processo di internazionalizzazione. La nostra dipendenza dalla Vecchia Europa è eccessiva. Tra 10 anni Italia, Germania e Francia che ora pesano per il 70% nel nostro giro d'affari non supereranno la metà», ha spiegato il ceo Perissinotto, precisando che la bussola delle Generali guarda sempre più all'Est Europa e all'Asia. Un nuovo importante assaggio di internazionalizzazione è intanto venuto dall'azionariato, con il significativo aumento della quota del fondo sovrano norvegese all'1,79% dallo 0,49% dello scorso anno. Il "Government of Norway" «è un investitore prestigioso e stimato», si è rallegrato Perissinotto.

Perissinotto: utile 2012 tra 1,5 e 1,8 miliardi
L'a.d. di Generali Giovanni Perissinotto vede l'utile netto 2012 della compagnia «nella forchetta tra 1,5 e 1,8 miliardi di euro» e traccia un quadro positivo dell'avvio dell'esercizio. Perissinotto prospetta un raddoppio del risultato rispetto agli 856 milioni con cui si è chiuso il 2011, «se quest'anno i mercati saranno meno negativi», nella tradizionale intervista al ‘Piccolo' pubblicata nel giorno dell'assemblea annuale dei soci del Leone. Nel suo intervento introduttivo all'assise, il ceo ha poi sottolineato «l'avvio positivo dell'esercizio, con un incremento in termini omogenei del 6,1% della raccolta premi a 19,8 miliardi di euro, grazie al positivo andamento sia dei rami vita (+6,9%), sia dei danni (+4,7%).

«Fiducia in un dividendo più elevato nel 2012»
Perissinotto ha poi mostrato fiducia in un ritorno della politica di pay out della società ai livelli abituali, con l'erogazione quindi di dividendi più elevati. «Sono il primo che vorrei dare un dividendo più elevato, ma è anche una questione di regole, di solvency», ha detto il ceo rispondendo alle domande di un azionista a proposito delle prospettive della cedola dopo gli 0,20 euro a titolo del 2011, contro 0,45 euro per il 2010. «Stiamo facendo tutti gli sforzi. Le evidenze che abbiamo sia di contenimento dei costi che di sviluppo degli affari sono molto confortanti. Dovremmo essere in grado di ristabilire la nostra politica di pay out, con dividendi più elevati», ha aggiunto il ceo. Quest'anno il pay out è stato del 36,4% contro il 40% abituale. Nel corso dell'assemblea, ancora in corso, è emerso che l'ex-presidente Antoine Bernheim, che riceve da Generali un vitalizio da 1,51 milioni di euro l'anno, ha avviato un contenzioso avanti al Tribunale di Trieste, chiedendo un risarcimento per il mancato rinnovo della presidenza due anni fa e per la mancata retribuzione della la presidenza onoraria. Dal Tribunale «ci attendiamo un esito senza onere per la compagnia, è una partita senza senso», ha commentato il presidente della Generali, Gabriele Galateri. Ai soci che hanno sollevato la questione della mega-liquidazione pagata lo scorso anno all'ex-presidente Cesare Geronzi (poco meno di 17 milioni di euro) è stato poi spiegato che faceva parte degli accordi presi.

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