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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2012 alle ore 16:07.
Stati Uniti e Cina divisi nella valutazione del debito pubblico dell'Eurozona. La banca d'affari Goldman Sachs ha oggi annunciato di aver acquistato 2,3 miliardi di dollari di titoli di stato italiani e ha incrementato l'esposizione su una serie di Paesi europei periferici. Mentre il China investment corporation, il fondo sovrano cinese, ha annunciato che smetterà di acquistare debito pubblico europeo a causa della crisi che sta scuotendo l'Eurozona, pur mantenendo l'interesse per nuovi investimenti in aziende del Vecchio Continente.
Da Goldman Sachs fiducia all'Eurozona
La banca d'affari americana al 31 marzo 2012 aveva un'esposizione complessiva nei confronti di Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna per 2,683 miliardi di dollari (calcolata come somma di bond e azioni, al netto della copertura in derivati) in decisa crescita rispetto ai 585 milioni di fine 2011, nonostante il calo del peso in portafoglio di alcuni Paesi come la Grecia. Nel dettaglio, il peso totale del mercato greco è sceso a 244 milioni (di cui 205 milioni in bond) nel primo trimestre 2012, dai 368 milioni di fine 2011. L'esposizione complessiva nei confronti del mercato italiano era nulla a fine dicembre, mentre al 31 marzo 2012 era pari a 2,395 miliardi (2,877 mld di bond, 255 milioni di azioni e -737 milioni di credit derivatives). In calo l'esposizione verso l'Irlanda a 192 milioni di dollari dai 671 milioni al 31 dicembre, mentre al 31 marzo era negativa l'esposizione complessiva verso il Portogallo, a -98 milioni (650 milioni di bond detenuti) dai -11 milioni del 2011 e della Spagna, a -50 milioni (1,013 miliardi di bond più 234 milioni di equity, -1,297 miliardi di cds), dai -444 milioni dello scorso anno.
La Cina stacca la spina al debito europeo
Mentre la Cina ha intenzione di fare un passo indietro. «Ciò che sta avvenendo in Europa è per noi fonte di grave preoccupazione - ha dichiarato il presidente di Cic Gao Xiqing durante un'intervista ad Addis Abeba, nel corso del World economic forum africano - e anche se siamo alla ricerca di nuove opportunità d'investimento in Europa non intendiamo acquistare bond europei». È quanto si legge su Agichina24.
Cic è uno dei più ricchi fondi sovrani al mondo e alla fine del 2010, ultime stime conosciute, deteneva asset per 410 miliardi di dollari. Dall'inizio dell'anno il governo di Pechino ha iniettato nel fondo nuovi capitali per 50 miliardi di dollari, ma le autorità finanziarie del Dragone non hanno ancora deciso se procedere a iniezioni con cadenza regolare.
Non è la prima volta che Cic si mostra scettico sulla situazione europea: «I motivi della crisi vanno individuati in un welfare eccessivo e nelle norme sul lavoro che inducono gli europei alla pigrizia, - aveva dichiarato qualche mese fa il presidente del board dei supervisori Jin Liqun - gli europei devono lavorare più duramente e lavorare più a lungo. L'Europa faccia le riforme che deve fare, e dopo si potrà intervenire».
Cic è nato nel 2007 per gestire una parte delle enormi riserve in valuta estera accumulate dalla Cina, e reinvestirle all'estero aumentandone al massimo i profitti. In passato ha spesso investito in aziende e altri asset, ma raramente in titoli di debito sovrano, a differenza della Safe (State administration of foreign exchange), l'organo del governo cinese specificamente designato per questo tipo di operazioni.
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