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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2012 alle ore 13:18.

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Insomma, cosa sta succendendo? E come l'evoluzione della crisi dell'Eurozona rischia di impattare sul franco svizzero?

«A nostro avviso il livello minimo di cambio 1,20 da parte della Banca centrale svizzera sarà mantenuto nonostante le pressioni sulla divisa elvetica causate da forti flussi di acquisti dovuti all'instabilità dell'area euro. Questa instabilità ha impedito alla Banca centrale svizzera di arrivare a un livello di cambio più favorevole all'economia svizzera, come si era paventato alla fine del 2011, con un auspicato livello di 1.30 - spiega Andrea Ferrante, responsabile per il mercato italiano di Swisscanto -. Non escludiamo a priori che si possa introdurre una tassazione sui depositi in franchi svizzeri. Non bisogna dimenticare che il franco svizzero ha avuto nella sua storia anche dei rendimenti negativi proprio dovuti all'enorme pressione alla quale è sottoposto in qualità di moneta rifugio per eccellenza riconosciuta a livello mondiale nei momenti di difficoltà dei mercati».

Secondo Vincenzo Longo, strategist di Ig markets italia «il franco svizzero viene tipicamente ritenuto come bene rifugio, pertanto un intensificarsi della crisi in area euro aprirebbe a un calo del cross euro/chf verosimilmente intorno ai minimi di agosto dello scorso anno. In realtà ci aspettiamo che la Snb (Banca centrale svizzera, ndr) riesca a tenere fede all'impegno di mantenere il cross a 1,20 dato che la credibilità di una banca centrale è alla base della politica monetaria di quest'ultima. A questo punto la domanda che ci si pone è vedere se l'istituto centrale svizzero ha le risorse necessarie per mantenere la stabilità del cambio. Secondo alcune voci, la Snb non avrebbe abbastanza franchi da vendere per contrastare un apprezzamento della valuta svizzera. Quindi a nostro avviso se la crisi dovesse intensificarsi, magari con l'uscita della Grecia dall'area euro, la Banca centrale elvetica potrebbe non riuscire a bilanciare i forti acquisti sulla valuta nazionale».

«Per quanto riguarda il movimento di ieri - prosegue Londo - alcune fonti hanno smentito che si sia trattato di un intervento della Snb e sono circolate voci dell'introduzione di una tassa sui depositi. Se dovessero trovare conferme il franco svizzero potrebbe finire sotto pressione. È nota l'importanza finanziaria del polo di Zurigo. Riteniamo che una notizia del genere potrebbe portare a una fuga dei capitali con conseguenze pesanti».

In quale direzione, quindi, si muoverà il cambio euro/franco? «È difficile dire quale potrebbe essere la dinamica dominante. Da un lato l'intensificarsi della crisi preme per un calo del cross sotto 1,20, dall'altro l'eventuale introduzione di una tassa sui depositi in un'economia incentrata sulla finanza potrebbe portare a un deprezzamento della valuta locale. Questo potrebbe paradossalmente aiutare la Snb a tenere il cross intorno ai livelli attuali».

www.twitter.com/vitolops

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