Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2012 alle ore 12:58.

My24

Per Davide Pasquali, presidente di Pharus Sicav, «l'investimento della liquidità nei deposti della Bce sono dettati dalla paura di effettuare dei depositi sui normali canali bancari e non penso che l'azzeramento della remunerazione possa influire sulle scelte future. Mi aspetto pertanto che in mancanza di provvedimenti più concreti a livello europeo la situazione rimanga quasi invariata».

Secondo Stefano Catalano, Direttore Finanza di Dexia Crediop «nella corsa al flight to quality la possibilità di depositare presso la Banca Centrale allo 0,25% rappresentava una consistente alternativa ai bund con scadenze brevi con rendimenti prossimi allo zero. Ciò ha costituito per lungo tempo un elemento che ha frenato la circolazione dei fondi a breve termine tra le banche. Con la mossa della Banca Centrale viene meno l'arbitraggio rispetto ai Bund, ma non le motivazioni creditizie che hanno per lungo tempo portato a depositare i fondi presso la Banca Centrale. Anche in assenza di tale fattore economico, non vediamo nel breve termine cambiamenti significativi nei comportamenti e nelle preferenze delle banche».

E le banche italiane e spagnole che strada prenderanno?
«Le banche dei Paesi core rimangono quelle depositano di più presso la Bce, mentre gli istituti spagnoli e italiani sono impegnati (e continueranno a esserlo nei prossimi mesi) ad acquistare titoli di Stato nazionali. Per le banche italiane, sostenere le aste di titoli di Stato da un lato garantisce rendimenti elevati, ma allo stesso tempo le espone a rischi crescenti che pesano in termini di requisiti patrimoniali. L'impatto comunque dovrebbe essere abbastanza limitato sulle scelte strategiche dato che rimangono "impegnate" nei confronti del Tesoro», spiega Longo.

Anche a parer di Pasquali «le banche più attive sono le banche più solide ed avverse al rischio. Non sempre quelle tedesche sono più virtuose o sicure. Le italiane stanno reinvestendo i fondi ricevuti soprattutto in titoli di stato (BTp). Il taglio di ieri non inciderà sulle banche italiane perché i prorio asset erano già stati investiti in attività più redditizie e ovviamente più rischiose».

Secondo Catalano «iIl mercato del credito per gli emittenti bancari resta ancora chiuso. Specialmente per quelli dell'Europa meridionale. Le due Ltro hanno contribuito in maniera fondamentale alla copertura dei consistenti ammortamenti di provvista a livello europeo ma, per gli emittenti dei Paesi periferici, non hanno creato condizioni per impiegare questi fondi nell'economia reale. Solo il ristabilirsi del normale accesso al mercato dei capitali consentirà alle banche d'intervenire nel finanziamento a favore della clientela. In una situazione come quella attuale, il taglio dei tassi è ininfluente: riduce il costo del debito per lo stock in essere, migliora i margini per gli intermediari, ma, da solo, non crea le condizioni per generare nuovo credito. Non vediamo, nell'immediato, una modifica nelle strategie di derisking e deleveraging delle banche».

Liquidità in trappola?
«Il contesto di fondo è sempre più complesso: le banche centrali devono immettere liquidità per tenere i mercati, ma allo stesso tempo questa liquidità non rientra nell'economia reale perché il sistema bancario in molti casi non ha i ratio sufficienti per farlo - spiega Nicolò Nunziata di Jc&Associati -. Stiamo entrando in una sorta di trappola della liquidità keynesiana, di cui l'economia giapponese ne è un esempio concreto».
Come se ne esce? «Ricapitalizzare le banche è una possibilità, ma dato dovrebbe anche cambiare l'attuale business model. L'altra possibilità è l'inflazione, ma in questo contesto c'è il rischio di una stagflazione, ovvero la situazione peggiore per le economie e i mercati. La Tobin Tax aiuterebbe ma il vero punto di svolta a nostro avviso sarebbe mettere swap e Cds (credit default swap) in mercati regolamentati sotto gli Exchange, esattamente come sono oggi futures e opzioni. Questo azzererebbe il rischio sistemico dovuto alla mancanza di controllo della leva. Si tratta tuttavia di una decisione politica che va condivisa a livello di G7«.

«Le banche tedesche sono più attive per diversi motivi. Il più importante è che sanno di avere uno stato forte e patrimonializzato alle spalle che, in caso di problemi potrebbe ricapitalizzarle, al contrario dei Paesi periferici come la Spagna che, invece, devono ricorrere all'Europa per trovare i capitali necessari».

«L'operazinoe Ltro è un modo per fare reddito alle banche, che pagano lo 0,75% a fronte di titoli che rendono molto di più. Il problema di fondo emerge nel momento in cui queste banche continuano a non prestare all'economia reale. La sensazione è che la manovra della Bce, per quanto corretta, non sia un vero "game changer"».

twitter.com/vitolops

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi