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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2012 alle ore 22:44.

NEW YORK - In una situazione di grande incertezza, notizie meno negative del previsto diventano delle belle notizie. È successo oggi a Wall Street: i listini hanno azzerato in una giornata, terminata con rialzi superiori all'1,5% e la migliore performance da giugno, le perdite di una settimana da dimenticare. A dare brio a contrattazioni scoppiettanti sono stati i dati sul Pil cinese (+7,6%, meno rispetto al trimestre precedente ma più di quanto alcuni operatori avevano previsto), la possibilità di ulteriori manovre da parte di Pechino e, sul fronte americano, il rally di Jp Morgan Chase (+5,96% a 36,07 dollari per azione).

La banca, la maggiore per asset negli Stati Uniti, ha chiuso il secondo trimestre con utili in calo del 9% a 5 miliardi di dollari, complici le ormai famose perdite per 4,4 miliardi sul trading di derivati causati da errori della divisione londinese. Il rosso avrebbe potuto essere molto superiore (si era parlato di cifre fino a 12 miliardi) e l'utile, comunque superiore alle stime degli analisti, avrebbe potuto subire un contraccolpo peggio. Per questo il titolo ha iniziato la cavalcata fin dalle prime battute, trainando le altre blue chip (tutte in aumento tranne Hewlett-Packard, -1,91%), con il Dow Jones che ha finito in rialzo dell'1,62%, oltre 200 punti, a 12.777,09. Jp Morgan ha trainato anche gli altri bancari, come Bank of America (+4,55%), Citigroup (+5,42%), Goldman Sachs (+3,63%) e Wells Fargo (+3,23%), che ha superato le stime degli analisti con utili in rialzo del 17% nel secondo trimestre.

Anche il Nasdaq ha terminato in deciso aumento (+1,48% a 2.908,47 punti, ma -1% su base settimanale), trainato da Micorsoft (+2,65%) e Intel (+2,06%). Entrambe la settimana prossima pubblicheranno i risultati di bilancio trimestrali. Per il colosso dei microchip è attesa una perfomance piatta, complice anche la stessa debolezza che ha spinto la rivale Amd (+0,41%) a rivedere al ribasso nei giorni scorsi le stime. Bene anche lo S&P che ha finito in rialzo dell'1,65% a 1.356,78 punti. Su base settimanale, il Dow Jones ha guadagnato lo 0,03% e lo S&P lo 0,2%.

A impedire guadagni ancora più sostenuti a Wall Street sono state alcune notizie negative dal fronte macroeconomico americano: la fiducia dei consumatori, secondo l'indice redatto dall'Università del Michigan, è calata da 73,2 a 72 punti a metà luglio, il minimo da dicembre, sulla scia delle preoccupazioni per la crisi debitoria in Europa e dell'incertezza sulla tenuta fiscale ed economica americana. Primo aumento in quattro mesi per i prezzi alla produzione, aumentati dello 0,1% in giugno (mentre l'attesa era per un calo dello 0,3%). L'andamento dei dati macro ha sostenuto il biglietto verde, con l'euro che è scivolato fino a 1,2156 dollari, prima di risalire a 1,2245.

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