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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2012 alle ore 16:24.

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Del tanto temuto «nein» neppure un'ombra. Gli otto giudici della Corte Costituzionale tedesca non hanno deluso le forti aspettative dei mercati e degli europeisti sentenziando la legittimità del Fondo salva-Stati Esm, il successore naturale del vechio Efsf (ecco come funziona il fondo salva-euro). Ma c'è un "ma", ovvero una condizione posta dalle toghe rosse di Karlsrhue: l'ok è condizionato a interventi che impegnano finanziariamente la Germania fino a 190 miliardi di euro. Nel caso servissero ulteriori risorse per aiutare i Paesi dell'Eurozona in difficoltà che faranno esplicita richiesta di sostegno, sarà necessario passare per il Bundestag, le due camere del Parlamento tedesco.

Questo veto ha inizialmente causato una sbandata ai mercati finanziari sintonizzati sin dalle prime ore della mattina sulla stanza del Tribunale tedesco dove a partire dalle 10 è stata letta la lunga sentenza di 48 pagine (cronaca minuto per minuto della sentenza e degli effetti). Ma sono bastati pochi secondi a metabolizzare la notizia. E i mercati hanno accelarato con una sincronia perfetta. Lo spread BTp-Bund è sceso sotto quota 340 (337) con il rendimento dei BTp decennali vicinissimo a sforare al ribasso la soglia del 5% (siamo ormai lontanissimi dai picchi dell'8% toccati lo scorso autunno). Buone notizie dalla Spagna che ha visto scendere il differenziale con la Germania sotto i 400 punti base. E buone notizie sono arrivate anche dal mercato primario dato che intorno alle ore 11 (quindi a sentenza archiviata) il Tesoro ha collocato 12 miliardi di BoT con tassi in picchiata.

I mercati hanno capito che in realtà il «ja, aber» (sì, ma) della Corte tedesca non è un veto in senso tecnico dato che quei 190 miliardi corrispondono all'attuale 27,146% di partecipazione della Germania al Fondo che complessivamente vale 700 miliardi di euro. Quindi, la Corte teutonica con questa sentenza ha semplicemente tutelato la quota di partecipazione al fondo della Germania motivando che un suo eventuale sforamento dovrà essere deciso dai rappresentanti dei cittadini.

Per questo motivo, pur avendo già scontato nelle precedenti sedute il parere favorevole della Corte di Berlino sul fondo salva-euro, le Borse proseguono anche oggi nel trend rialzista. Trend rialzista che si osserva anche nel mercato delle valute con l'euro tornato a superare quota 1,29 dollari, come non accadeva da quattro mesi (cambio euro/dollaro).

Tecnicamente il verdetto odierno è preliminare, poiché si riferisce ai ricorsi presentati contro Esm e fiscal compact da parlamentari euroscettici. La sentenza definitiva sarà pronunciata più avanti ma rifletterà le motivazioni esposte oggi.

Ma sull'ok al fondo ormai non ci sono più dubbi. Tanto che l'annuncio è stato accolto con un lungo applauso a Strasburgo mentre era in corso una seduta plenaria dell'Europarlamento. Del resto, i leader politici hanno espresso senza esitazioni la loro esitazione. Tanto che il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha annunciato che la riunione inaugurale del board dell'Esm si terrà l'8 ottobre. Per il cancelliere tedesco Angela Merkel è «un buon giorno per la Germania e un buon giorno per l'Europa». Per il premier Mario Monti, «è un'ottima notizia» e anche i limiti posti nel dispositivo «non sono un freno» alla stabilizzazione dei mercati.

C'è però un piccolo nodo, che ci si augura venga sciolto a breve. La Corte è intervenuta anche sullo scudo anti-spread annunciato dalla Banca centrale europea di Mario Draghi il 6 settembre. Lo scudo (attraverso il quale la Bce è pronta ad acquistare sul mercato secondario bond illimitati di titoli da 1 a 3 anni) è collegato al Fondo salva-Stati che invece può acquistare i titoli degli stessi Paesi in difficoltà direttamente sul mercato primario (in asta).

Ebbene, la Corte di Karlsruhe ha indicato che si riserva di verificare, nell'ambito del procedimento di merito, se la Bce, nell'approvare lo scudo anti-spread, abbia superato le proprie competenze. Sul tema Monti ha gettato acqua sul fuoco: «Non sono un giurista, non ho esaminato il problema: la questione mi parrebbe tuttavia di competenza della Corte di giustizia delle comunità europee».

In attesa di schiarite, il focus degli investitori si è però già direzionato altrove. In Olanda, dove intorno alle 21 di questa sera dovrebbe essere noto il risultato delle elezioni parlamentari. E soprattutto, negli Stati Uniti dove da questa sera si riunisce il Fomc, il consiglio delle banche federali statunitensi. Per domani un po' tutti si aspettano che il governatore Ben Bernanke rinunci a ballare il twist e torni a pompare liquidità attraverso una terza ondata di quantitative easing (acquisto di titoli di Stato a lunga scadenza con nuova moneta) per foraggiare un'economia che non si è ancora risollevata dalla crisi subprime esplosa nel 2007.

Intanto Standard & Poor's conferma che l'European Stability Mechanism (Esm) non ha implicazioni sui rating sovrani dell'Unione europea.

twitter.com/vitolops

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