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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2012 alle ore 18:41.
Sopaf la società controllata con oltre il 30% del capitale dalla famiglia Magnoni getta la spugna. In serata arriverà una comunicazione dopo che il titolo è sospeso in borsa da questa mattina. Secondo quanto appreso da Il Sole 24 Ore la decisione presa dalla società e che sarà comunicata più tardi sarà quella della messa in liquidazione. E così i Magnoni hanno deciso senza aspettare la scadenza del 23 novembre concessa dal Tribunale di Milano per la procedura di concordato preventivo. C'erano due possibilità per la famiglia Magnoni: quella della continuità aziendale e quella della liquidazione volontaria. I Magnoni hanno scelto la seconda.
Del resto la situazione era talmente critica per la società crollata sotto il peso del crac della partecipata Banca Network. La stessa UniCredit, capofila dei creditori bancari, si era rassegnata chiedendo il fallimento nelle settimane scorse. Sopaf è stretta sotto il peso di oltre 100 milioni di debiti di cui 30 già scaduti con le banche e non ha più patrimonio netto. O si dava corso a un aumento di capitale o la società era destinata a chiudere.
Quell'aumento di capitale era stato chiesto dalle banche per poter ristruttuare il debito, ma i Magnoni non si sono resi disponibili a metter mano al portafoglio. E senza nuove risorse fresche, il destino era di fatto segnato. Cosa che è stata decisa dalla stessa famiglia che ha posto fine all'avventura in borsa e non solo della finanziaria.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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