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Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2012 alle ore 07:24.

James Ross, senior portfolio manager di AllianceBernstein, è convinto che la sottoperformance di Apple sia legata alla volontà degli investitori di monetizzare i forti guadagni registrati da gennaio e a una rotazione settoriale orientata su titoli "high-growt". La Mela è infatti in una fase di transizione: da azione ad alto potenziale di crescita sta diventando un titolo più "tradizionale", anche se con un brand di grande qualità.

Rally di Natale per i titoli hi-tech?
«I tecnologici hanno particolarmente sofferto della paura degli effetti negativi di un'eventuale "fiscal cliff" - sottolinea ancora Chiozzi Millelire - . Già al momento della pubblicazione delle ultime trimestrali, per esempio, IBM aveva cominciato ad allertare gli analisti su un rallentamento degli investimenti delle imprese americane per la paura del forte effetto recessivo legato al fiscal cliff. Ora che l'orizzonte politico americano sembra diradarsi, il rally si sta mettendo in moto e ha buone possibilità di durare. Anche perché il Nasdaq tratta a dei multipli molto modesti, tra 14-15 volte gli utili 2013 che ci lasciano un buon margine di conforto (nel 2007, prima della crisi eravamo si dei livelli di 35 volte gli utili)».
Titoli da comprare? Il responsabile per l'Italia di Convictions punta su Apple, titolo ormai più "marca" che tecnologico, sull'e-commerce con e-Bay e Amazon, ma anche su "cloud computing" e "big data" con titoli come la stessa Amazon, EMC, Google o IBM. Bene anche fornitori di componenti vitali per i nuovi smart-phone e tablets come Qualcomm. «La cosa interessante è che l'insieme di questi titoli - che ormai combinano status di innovazione, blue-chip e fortissimi "brand" - sono a prezzi ancora poco cari».

L'azionario americano ha vissuto un periodo di consolidamento – riflette Gabriele Roghi di Invest Banca - ed è possibile che sia pronto per salire sul tradizionale rally di Natale. La tecnologia ha, come sempre, amplificato i movimenti generali del mercato e potrebbe essere il settore da cavalcare in caso di nuova fase rialzista. «A parte Apple, molti dei grandi nomi della tecnologia americana presentano valutazioni molto contenute: il mercato percepisce che, dopo una fase iniziale in cui un'azienda si afferma come innovatrice, nella fase di consolidamento del business passa a una modalità di protezione del proprio mercato e viene messa sotto pressione da newcomer che finiscono per trasformare l'ex stella della tecnologia in una sorta di utility». Il caso Microsoft, o anche quello di Cisco e Oracle, è piuttosto emblematico. Il rischio, secondo Roghi, è che Apple possa percorrere la stessa parabola.

Sul futuro dei titoli tech vede sereno anche James Ross, di AllianceBernstein: «con prospettive di forte crescita nel lungo termine, bilanci solidi, alti ritorni sul capitale e valutazioni attraenti, crediamo che i tecnologici offrano un mix unico di caratteristiche offensive e difensive».

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