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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2012 alle ore 19:09.
Standard & Poor's potrebbe tagliare il rating dell'Italia se la recessione proseguirà nel secondo semestre del 2013. L'agenzia americana percepisce inoltre un «rischio significativo» che il Pil del paese continui a contrarsi anche nella seconda metà dell'anno prossimo. In una nota, S&P afferma di «attendersi che l'economia italiana continui a contrarsi nel 2012 e nel 2013 prima di tornare a un debole tasso di crescita del Pil non superiore all'1%».
Pesano le incertezze politiche
Tra i motivi che pesano sullo stato di salute dell'economia l'agenzia cita la ristrettezza del credito, il consolidamento di bilancio e «l'incerta domanda esterna». Sul giudizio complessivo del rating influisce poi «l'incertezza se la prossima coalizione di Governo rimarrà impegnata sull'agenda di riforme strutturali avviata dall'attuale esecutivo».
Grilli: non speculare sulle agenzie di rating
«Le agenzie di rating faranno il loro lavoro, ma sono convinto che in questo momento non sia utile per nessuno speculare su cosa fanno o faranno». Il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, così ha commentato l'ipotesi che l'agenzia Standard & Poor tagli il rating italiano. «Dobbiamo continuare a lavorare finchè questo governo ha il mandato per farlo per continuare su queste riforme necessarie per il nostro paese». Grilli ha sottolineato quindi che «la situazione è difficile».
Passera: togliamo l'incertezza, il lavoro fatto continuerà
«È dovere di tutti noi, della classe dirigente, della classe politica, togliere incertezza sul fatto che il lavoro che abbiamo fatto continuerà». Così il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, in merito al rischio di declassamento da parte di S&P dettato dall' incertezza sull' agenda del prossimo governo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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