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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2013 alle ore 13:05.

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La chiamano "great rotation" (grande rotazione). Ovvero lo spostamento di capitali da asset class meno rischiose (come le obbligazioni) su titoli con rapporto rischio/rendimento più elevato (come le azioni). Osservando l'andamento dei mercati nelle ultime settimane, pare, appunto, che questa grande rotazione sia in atto.

Piazza Affari, uno dei listini più effervescenti dell'Eurozona in questo momento, ha guadagnato il 13% nell'ultimo mese e il 17% dal 16 novembre (quando è partito il rally in atto). Da luglio, dopo che il governatore della Bce Mario Draghi ha annunciato lo scudo anti-spread rasserenando i mercati dicendo che «la Bce farà tutto quello che può per difendere l'euro. E vi assicuro che sarà abbastanza», Piazza Affari ha guadagnato il 41%. Mentre lo spread tra BTp e Bund è crollato dai 534 punti segnati il 24 luglio ai 258 punti di questa mattina con il rendimento dei titoli decennali italiani che questa mattina ha toccato il 4,15%, minimo assoluto degli ultimi tre anni.

Un'altra prova? Secondo Lipper la scorsa settimana gli investitori hanno spostato 18,3 miliardi di dollari in fondi di investimento che puntano su azioni Usa. I numeri, quindi, ci dicono che un forte spostamento c'è. Ma perché? È strutturalmente fondato? E fino a quanto durerà?

Grande rotazione ma occhio al prossimo storno
«È in atto un importante spostamento di capitali dal comparto dei corporate bond a quello azionario principalmente perché i rendimenti nel primo sono estremamente ridotti e prossimi allo zero in molti casi, tanto che si potrebbe parlare di una nuova bolla - spiega Davide Pasquali, presidente di Pharus Sicav -. Penso che per i primi tre mesi dell'anno non ci saranno problemi e il mercato azionario dovrebbe raggiungere crescite importanti. Dopodiché ci potranno essere storni o correzioni tecniche anche importanti».

Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas investment partners parla di tendenza rialzista. «Credo sia un trend, più difficile prevedere la prossima correzione, che a mio giudizio non sarà forte e non si farà aspettare, perché è altamente probabile che dopo i recenti acquisti e le recenti performance qualcuno vorrà prendere profitto. Se guardiamo al Msci Word negli ultimi tre mesi è salito del 6,3% e gli emergenti hanno guadagnato il 7%. In Italia, in Spagna, in Giappone le cose sono andate ancora meglio con performance del 10,1, del 10,4 e, addirittura, del 20,4% nello stesso periodo».

Meno ottimista la visione di Vincenzo Longo, strategist di Ig: «I mercati stanno anticipando che nel secondo semestre del 2013 i segnali di ripresa del ciclo economico si rafforzeranno, come ha anche precisato ieri Draghi nella conferenza stampa. Iniziano però ad affiorare le prime avvisaglie di cedimento dopo un rally che dura ormai da 2 mesi. Il sentiment sul mercato potrebbe presto invertirsi e verosimilmente nelle prossime 2/3 settimane la correzione potrebbe prendere il largo. Catalizzatori di questa correzione saranno le discussioni sul tetto del debito in Usa e l'approssimarsi delle elezioni italiane».

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