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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2013 alle ore 07:07.
L'ultima modifica è del 25 febbraio 2013 alle ore 13:01.

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Una giornata al cardiopalma per i mercati finanziari, che con le loro escursioni, prima al rialzo poi al ribasso, hanno seguito con trepidazione le prime indicazioni sull'esito delle elezioni politiche italiane. L'indice FTSE MIB ha chiuso a +0,73% . Un pomeriggio a due facce: che dapprima ha messo in scena un vero e proprio rally, a ridosso della diffusione dei primi exit polls, quando sia gli indici azionari che i BTp hanno fatto registrare rilevanti rialzi, rispettivamente del 4 e del 6%; e con un parallelo calo dello spread, che aveva infranto al ribasso quota 255 punti base.

Europa positiva
Parigi ha chiuso al più 0,41%, Londra al più 0,31%, Francoforte con un brioso più 1,45% che tuttavia riflette le indiscrezioni di stampa dei piani di fusione del gigante dei futures americano Cme Group con Deutsche Borse. Oltre Atlantico invece sembrano prevalere i timori sul quadro politico in Italia, con Wall Street che chiude in rosso (guarda gli indici in tempo reale).

Lo spread supera di slancio la "soglia Monti"
Nel finale lo spread tra i titoli a dieci anni ha superato di slancio la cosiddetta 'soglia Montì di 287 punti (la quota indicata dal Premier Mario Monti come livello significativo in quanto pari alla metà del livello che trovò all'epoca del suo insediamento) per chiudere la seduta a 293 punti base. Il rendimento dei decennali italiani é indicato al 4,49%.

Piazza Affari sulle montagne russe
Il momento di maggiore ottimismo intorno alle 15 e40, quando Piazza Affari stava salendo del 4%. A trainare la Borsa i titoli bancari, con diverse sospensioni per eccesso di rialzo (UniCredit tra tutte) e con una performance rilevante di Mediaset che con un +10% beneficiava di un quadro politico definito a vantaggio del centro sinistra. Poi la diffusione delle intenzione di voto, che ribaltavano lo scenario assegnando al Pdl una maggioranza relativa o quanto meno molto vicino al centro sinistra. Progressivamente si è ridotto il rialzo degli indici con un "bottom" fatto segnalare poco prima delle 17, quando Piazza Affari era scesa in territorio negativo. A ridosso della chiusura, il colpo di reni che ha riportato in territorio positivo Borsa e spread, assestatosi poco sopra i 285 punti base. Il titolo del biscione ha chiuso in rialzo del 2%.

I primi commenti
Roberto Contini responsabile advisory di Banca Intermobiliare: «Sono molto dubbioso, allo stato attuale, che possa esserci un risultato spendibile. È troppo presto. Il fatto che la coalizione di centro guidata da Monti sia sotto il 10% potrebbe portare ad una minore conflittualità per la formazione del governo. Ma aspettiamo dati più concreti». Secondo
Loris Centola, Co-Responsabile Ricerca e Strategia di UBS Wealth Management
«Lo scenario porta a un possibile rialzo dello spread, dovuto a una aumentata percezione di stabilità; c'è poi il problema della debole coesione del centro sinistra. Mentre alcune riforme come quella del lavoro, sulla salute pubblica e sulla liberalizzazione delle libere professioni, potrebbero rallentare, è pressoché certo che le attività di razionalizzazione della spesa pubblica subirebbero una brusca decelerazione. E questo ai mercati non piace. E questo avrebbe un effetto diretto sui titoli bancari che, dopo un possibile rimbalzo, potrebbero tornare a soffrire. Nel caso di una possibile «alleanza al Senato Bersani-Monti, la situazione sarebbe leggermente positiva sia per le azioni che per gli spread».

Rendimento in rialzo sulle aste dei titoli di Stato italiano.
La giornata era iniziata in modo positivo per i colori italiani. Il Tesoro ha assegnato Ctz 2014 per 2,82 miliardi. Si tratta di un valore al di sotto dell'importo massimo che era indicato in 3 miliardi. Il saggio in asta è stato di 1,682% rispetto all'1,434% del collocamento di gennaio. La crescita dello yield non è, dagli operatori, considerata una sorpresa. Viene, poi, valutata positivamente la domanda che ha superato di 1,65 l'offerta. Il bid to cover ratio precedente era stato di 1,45. Sulle due ri-aperture per i BTpEu i risultati sono i seguenti: rispetto alla scadenza del 2016, il rendimento è del 3,21%; invece, sul fronte della duration al 2021 lo yield è del 2,79%.


Cannata: durante la campagna tensioni sullo spread inferiori alle attese
Nelle emissioni di titoli di Stato «mi sarei aspettata un po' più di nervosismo pre-elettorale, ma è arrivato solo un pò in coda e non ci possiamo lamentare». Lo ha detto il capo della Direzione per il debito pubblico del Tesoro, Maria Cannata, che ha parlato di «un mese di gennaio fantastico per costi di emissione». Poi a febbraio, ha aggiunto, c'è stato «un po' di rimbalzo sulle tensioni pre-elettorali, ma niente più di tanto, su condizioni così ci sarebbe comunque da mettere la firma». Anche lo spread Btp-Bund ha visto «nel periodo pre-elezioni un po' di rimbalzo, sono le incertezze pre-elettorali a creare un po' di tensioni».

Downgrading auto

Fitch ha abbassato il rating di Fiat a BB- da BB, con outlook negativo. Il downgrading della società automobilistica riflette, secondo Fitch, la debolezza dei risultati della società, con esclusione di quelli di Chryrler, in particolare per quanto riguarda il mercato europeo. Allo stesso tempo Fitch ha ridotto il merito di credito di Psa, ossia Citroen-Peugeot, a B+ dal BB- indicato in precedenza.

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