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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2013 alle ore 18:39.

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«I risultati inconcludenti delle elezioni rendono improbabile che l'Italia possa avere un Governo stabile nelle prossime settimane. L'incertezza politica e il possibile conseguente freno alle riforme strutturali costituiscono un ulteriore shock per la già provata economia reale». È con questa motivazione che l'agenzia di rating Fitch ha tagliato il rating all'Italia: il voto sulla nostra affidabilità creditizia scende quindi dalla precedente "A-" alla "BBB+". Le prospettive sulla valutazione restano negative: questo significa che il rating potrebbe scendere ancora in futuro.

Le motivazioni di questo declassamento partono dall'esito delle elezioni e dallo stallo politico che sembra delinearsi in Parlamento. Questo – sostiene Fitch – rende più difficili le riforme strutturali di cui l'Italia ha tanto bisogno. Anche perché gli ultimi indicatori economici mostrano che la recessione in Italia è tra le più dure e profonde dell'intera Europa. A causa di questo rallentamento economico e dell'incertezza politica, dunque, Fitch prevede che il debito pubblico italiano possa arrivare a sfiorare il 130% del Pil alla fine del 2013. Per l'agenzia questo ha deciso di declassare il rating dell'Italia. Va però detto che questa valutazione resta nel campo d'investimento (investment grade), cioè della sufficienza: la valutazione di "BBB+" continua insomma a indicare una sufficiente sostenibilità del debito pubblico italiano, seppur in deterioramento.

La replica di Roma: l'incertezza politica fa parte della democrazia
«L'incertezza politica che è seguita alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio è parte integrante di un normale processo democratico. Confermiamo quindi la fiducia nel fatto che l'Italia troverà la soluzione politica e proseguirà il processo di riforma in corso». Così il ministero dell'Economia replica a Fitch. «Al tempo stesso, il Governo attuale rimane ovviamente in carica per il disbrigo degli affari correnti«, aggiunge il Mef. «Nonostante la recessione, le misure fiscali adottate saranno sufficienti per ottenere una ulteriore riduzione del deficit nel 2013».

In merito al rating di Fitch vanno sottolineati diversi aspetti positivi che vengono riconosciuti all'attuale situazione italiana, e in particolare, ricorda il Mef: «negli ultimi 2 anni l'Italia ha fatto progressi sostanziali in direzione della stabilità fiscale. Nel 2012 il deficit del settore pubblico era pari al 3% del Pil, risultato - secondo le recenti stime della Commissione UE - di 2,3 punti percentuali di consolidamento fiscale in termini strutturali».

«La fiducia nella solvibilità di lungo termine dello Stato italiano è rafforzata dal basso rischio fiscale del settore bancario, dalla situazione di bilancio vicina a quella ritenuta necessaria per stabilizzare il debito pubblico in rapporto al Pil e dalla sostenibilità del sistema pensionistico. Il Paese ha mostrato flessibilità finanziaria e resilienza durante la crisi, riflettendo una forte base di investitori domestici e la durata media di 4,74 anni. Infine, il rating è ancora sostenuto dal sistema economico relativamente ricco, ad alto valore aggiunto e diversificato, con moderati livelli di indebitamento del settore privato», aggiunge il ministero.

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