La cancelliera tedesca Angela Merkel ritiene che Cipro debba restare nell'area euro, ma deve rendersi conto che il suo modello di business è morto. Nelle ultime ore alcuni bookmakers hanno abbassato la quota da pagare in caso di uscita di Cipro dall'euro da 21 a 1,5, praticamente quanto una vittoria della Juventus in casa contro una squadra di medio-bassa classifica. Non la pensano così i mercati finanziari che – per quanto nervosi nelle ultime sedute – non hanno incamerato violenti ribassi, quelli a cui invece potrebbe portare un'uscita di un Paese dell'area euro perché si creerebbe anche in questo caso un "precedente" che potrebbe minare la stabilità dell'Eurozona.

In ogni caso, essendo le due principali banche cipriote non lontane dal fallimento, se Cipro non raggiungesse un accordo con la Troika per il salvataggio entro lunedì, i rischi di un'uscita dall'unione monetaria aumenterebbero, dato che la Banca centrale europea ha comunicato che, in caso di mancato accordo entro lunedì, staccherà la spina non garantendo più la liquidità d'emergenza. Secondo Wouter Sturkenboom, investment strategist di Russel investmentes, se la Bce staccasse la spina della liquidità «un assalto agli sportelli bancari porterebbe quasi certamente al collasso del sistema finanziario cipriota non appena le banche riaprissero».

«In risposta a questa eventualità, il governo di Cipro potrebbe decidere di uscire dall'Unione monetaria europea, di nazionalizzare il sistema bancario e di riconvertire tutti i depositi in una nuova valuta. La nuova valuta si svaluterebbe significativamente appena emessa portando al collasso dell'economia. Questo rappresenta appunto lo scenario di default. Poiché non è nell'interesse di nessuno, credo che questo scenario sarà in qualche modo evitato».