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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2013 alle ore 19:36.
L'ultima modifica è del 14 aprile 2013 alle ore 16:03.

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Si va verso un nuovo cda per stabilire le condizioni dell'aumento di capitale Rcs, ma l'operazione non slitterà oltre i tempi previsti: approvazione, in sede straordinaria, all'assemblea di bilancio di fine maggio e conclusione entro luglio. A quanto si apprende a contestare le condizioni iper diluitive dell'operazione che era stata prospettata sarebbe stato Diego Della Valle che detiene una quota dell'8,69% fuori patto e che non è rappresentato in consiglio. L'imprenditore della Tod's avrebbe inviato una lettera cda in tal senso.per precisare la sua posizione. Il consiglio di Rcs si è concluso attorno alle 20.30.

Dissenso sull'aumento di capitale anche da parte di Paolo Merloni che si è dimesso dal cda di Rcs MediaGroup. Tra le ragioni del dissenso del presidente di Ariston Thermo ci sarebbero le scelte fatte sul piano finanziario dalla società, troppo premiante per le banche, e le modalità dell'aumento di capitale che sarebbe troppo punitivo per gli azionisti.

La riunione aveva preso il via puntuale nel primo pomeriggio, negli uffici di via San Marco a Milano, ma promette di prolungarsi fino in serata. Tanta la carne al fuoco. L'aumento di capitale da 400 milioni è il primo urgente passaggio per assicurare la continuità aziendale e poter approvare in coerenza il bilancio 2012. Ma sul tavolo c'è anche il piano di rifinanziamento delle banche di 575 milioni. Temi caldi, che hanno richiesto estenuanti trattative per cercare di ottenere il consenso di tutte le parti in causa – dai variegati interessi divergenti – a una piattaforma d'azione minima per affrontare l'emergenza e che necessariamente è frutto di compromessi.

La ricapitalizzazione da 400 milioni è il minimo indispensabile per salvaguardare la continuità aziendale, ma si sa già che non basterà tant'è che è già previsto che agli azionisti, chiunque siano in futuro, sarà chiesto di mettere mano al portafoglio per ulteriori 200 milioni. Dei proventi della ricapitalizzazione, circa 200 milioni dovrebbero essere utilizzati per il rimborso dei debiti verso le banche con modalità che ancora devono essere ufficializzate. L'importo di 575 milioni che un pool di banche – Mediobanca, UniCredit, Intesa-Sanpaolo, Ubi, Bpm e Bnl – si è reso disponibile a rifinanziare è destinato perciò a ridimensionarsi in tempi rapidi.

Approvato il rifinanziamento, la prima tranche dell'aumento di capitale sulla carta è già coperta. Dalla parte dei soci del patto, che oggi vincola poco più del 58%, c'è già l'impegno a sottoscrivere del 42,9% del capitale vincolato. Generali (3,713%) ha fatto sapere invece che rinuncia alla sottoscrizione e così Merloni (2%). La Sinpar di Lucchini (2,038%) si riserva di valutare più avanti, come pure l'Italmobiliare del gruppo Pesenti (7,419%), la cui partecipazione all'operazione è in forse pur essendo Giampiero Pesenti presidente del patto.

Fuori patto restano sospese le posizioni della famiglia Rotelli (16,5% dei diritti di voto) e di Diego Della Valle (8,69%), mentre Benetton (5,1%) ha già fatto sapere che non parteciperà.

All'interno del patto ci sarebbe comunque la disponibilità di Intesa e Fiat a farsi carico dell'inoptato. La famiglia Agnelli, anche se l'ipotesi non è stata confermata, potrebbe spostare la partecipazione in Exor, in attesa che si ricomponga un assetto stabile dell'azionariato. Per l'inoptato residuo si aprirà invece l'ombrello delle banche finanziatrici, pro-quota in proporzione alle rispettive esposizioni.

Non si sono presentati al consiglio di Rcs in corso nè il vice-presidente Giuseppe Rotelli, per problemi personali, nè Carlo Pesenti che è l'unico consigliere espresso dal patto oltre a Paolo Merloni, uscito prima del termine perché in procinto di partire per la Cina per impegni professionali.

Andrea Bonomi, presidente del consiglio di gestione di Bpm, si è allontanato invece subito dalla riunione in quanto in conflitto d'interessi poichè si doveva discutere del piano di rifinanziamento bancario. Presente il presidente di UniCredit, Giuseppe Vita, che ha rassegnato le dimissioni dal cda a valere dalla prossima assemblea di bilancio.

Non sono previsti ulteriori passaggi in consiglio del piano industriale messo a punto dall'amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane, che sarà illustrato domani (oggi, ndr) mattina a Milano (via Balzan) alla comunità finanziaria insieme con i dati di bilancio.

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