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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2013 alle ore 14:35.

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Apple, il colosso dell'iPhone, pochi giorni fa ha emesso il prestito obbligazionario più grande della storia: 17 miliardi di dollari. Non l'ha fatto per investire, o per inventare nuovi rivoluzionari apparecchi. Ha contratto così tanti debiti solo per togliersi lo sfizio di "gratificare" gli azionisti con dividendi e buy-back. E gli investitori non hanno mosso ciglio, se si pensa che la domanda per quel super-bond ha raggiunto i 50 miliardi. Il Rwanda, Paese più noto per i genocidi che per le finanze pubbliche, ha riscosso un successo altrettanto eclatante: settimana scorsa ha emesso un titolo di Stato in dollari (il primo della sua storia), raccogliendo una domanda da 3,5 miliardi a fronte di una richiesta da 400 milioni. E ha pagato un tasso d'interesse (il 6,8%), che più o meno un anno fa era costretta a offrire l'Italia con i suoi BTp. E anche la Slovenia, Paese sull'orlo della crisi, ha riscosso un grande successo con la sua emissione di obbligazioni in dollari.

Ecco l'effetto della più grande iniezione di liquidità che la storia ricordi: ha letteralmente ubriacato i mercati obbligazionari. Negli ultimi 6 anni la quantità di moneta M2 nel mondo è aumentata di 22mila miliardi di dollari secondo i dati Bloomberg. Nel 2013 solo la Federal Reserve Usa e la Banca centrale del Giappone compreranno titoli, iniettando liquidità, per altri 2mila miliardi di dollari. Queste immense "elargizioni" di denaro fresco di stampa hanno avuto l'effetto di abbassare così tanto i rendimenti dei titoli obbligazionari sicuri, che gli investitori sono ormai costretti a comprare qualunque cosa pur di aumentare le performance dei loro investimenti. Ecco perché ai loro occhi anche un bond del Rwanda che offre il 6,8% sembra l'occasione del secolo. Perché non sanno più cosa comprare.

La sagra delle emissioni
All'inizio di aprile è stata la Banca centrale del Giappone ad aprire le danze, annunciando stimoli monetari senza precedenti. Quel giorno è iniziata la più grande stampa di yen della storia. Che si somma alla moneta creata dalla Fed Usa: 85 miliardi di dollari al mese, pari a mille miliardi l'anno. Questa settimana sono state invece la Fed e la Bce ad aggiungere qualcosa: la prima lasciando intendere che il programma di acquisti di bond potrebbe anche aumentare (o diminuire) rispetto agli attuali 85 miliardi mensili, la seconda tagliando i tassi d'interesse allo 0,50%.

L'euforia degli investitori è così andata alle stelle: grazie al denaro facile in arrivo dal cielo. I tassi d'interesse sono scesi ovunque: in questi giorni il rendimento medio delle obbligazioni societarie europee con elevati rating è sprofondato al 2,18% (minimo storico secondo l'indice iBoxx) e quello delle obbligazioni ad alto rischio (high yield) è calato al 6,13% (anche in questo caso si tratta del minimo storico). Idem per i bond dei Paesi emergenti. Questo perché la domanda degli investitori è elevatissima: pur di comprare, accettando infatti rendimenti sempre più risicati. Ormai nemmeno più coerenti con i fondamentali economici.

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