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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2013 alle ore 07:09.

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In particolare, preoccupa il Portogallo. «In un anno di elezioni in Germania chiedere al Bundestag di votare un secondo pacchetto di aiuti finanziari sarebbe visto negativamente dall'elettorato tedesco sarebbe politicamente poco opportuno per la Merkel poiché ricorderebbe un nuovo "caso Grecia"», sottolinea Maurizio Vitolo, amministratore delegato di Consultinvest.

«È un rischio sicuramente da tenere in considerazione e soprattutto da non sottovalutare - spiega Marco Dall'Ava, Head of Research di X-Trade Brokers -. La situazione economica europea rimane molto complessa e oltre ai problemi della Slovenia, Paese tuttavia davvero troppo piccolo per creare tensioni all'Eurozona anche in caso di default, o del Portogallo che dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale di alcune misure decise da Lisbona rischia ora un nuovo default, il vero problema per L'Europa è tornare a crescere. Negli ultimi mesi abbiamo più volte verificato come le attese di crescita per i mesi a venire siano state regolarmente disattese a causa anche, ma non solo, dei nuovi problemi sorti in qualche paese europeo. Sicuramente i mesi a venire saranno di vera e propria campagna elettorale in Europa dovuta alle elezioni tedesche e dove avremo la Merkel in prima linea per far rispettare l'austerity imposta da Berlino negli ultimi mesi».

«La speranza è che nelle prossime settimane Berlino non vada a incidere ancora una volta troppo sulla situazione europea, trend che tuttavia sembra essere mutato nelle ultime settimane/mesi soprattutto da quando Draghi è alla guida della Bce. Sarà sicuramente fondamentale ridiscutere per il nostro Paese nei prossimi mesi i paramentri decisi sul fiscal compact perché prevedono una riduzione di 50 miliardi all'anno, una cifra insostenibile per il nostro paese che porterebbe inevitalmente l'Italia in una recessione duratura allontando così sempre più le possibilità per un ritorno alla crescita».

Secondo Chris Iggo di Axa investment managers «sono due le aree in cui la Germania potrebbe eventualmente mostrare una maggiore flessibilità dopo le elezioni. Una riguarda l'allentamento del suo stesso orientamento fiscale per incentivare la domanda nazionale tedesca in modo da avere anche un impatto positivo sul resto dell Europa. La seconda consisterebbe nell adottare un atteggiamento più flessibile nei confronti della Bce. Di certo la Bundesbank non è di aiuto a Draghi quando tenta di dimostrare alla Corte Costituzionale tedesca che le operazioni Omt (scudo anti-spread, ndr) sono contro il mandato della banca centrale. Sembra che la politica possa impedire anche oggi alla Bce di agire più aggressivamente. I dati indicano che la crescita e l'inflazione si stanno attestando al di sotto delle aspettative. In circostanze normali ci si aspetterebbe un operazione di allentamento. Ma la Merkel ha nuovamente mugugnato in merito a un nuovo taglio dei tassi Bce La classe politica dirigente deve lasciare agire la Bce con maggiore autonomia e la Germania dovrebbe porsi alla testa del processo. Altrove, l'allentamento ha creato le condizioni che hanno incoraggiato gli investitori a muoversi verso la parte bassa della curva del credito, determinando così un effetto di ricchezza tramite l inflazione del prezzo degli attivi e la riduzione dei costi per il ricorso al prestito nell economia reale. Un allentamento quantitativo, pro-rata, implicherebbe l acquisto da parte della Bce, di Bund, Oat, obbligazioni austriache, olandesi e altro, oltre a titoli dei Paesi periferici, così che il rating di credito del bilancio della Bce non ne risulti eccessivamente danneggiato. La riduzione dei tassi, l'acquisto del debito da parte della banca centrale, sono un chiaro messaggio contro la deflazione stabile in Europa».

twitter.com/vitolops

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