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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2013 alle ore 07:02.

Rivali su tutti i fronti, Apple e Samsung non potevano che sfidarsi anche sui soldi in cassa. Della Mela sappiamo: il suo cash pile ammonta a 145 miliardi di dollari, di cui 100 fuori dai patri confini. Un' autentica montagna di soldi che richiama l'interno del mitico Deposito dove Paperon de' Paperoni nuota tra monete e banconote.
Ma tutto questo denaro non ha impedito alla società fondata da Jobs di rastrellare 17 miliardi di dollari sul mercato obbligazionario in quella che è si è profilata come una delle più brillanti operazioni di elusione fiscale (legalissima) di tutti i tempi. La premessa dell'operazione è la pressione degli stakeholder per avere dividendi più alti. Se Apple avesse rimpatriato dall'estero per distribuirli agli azionisti i 17 miliardi extra di cui aveva bisogno, si calcola avrebbe pagato 9 miliardi di dollari di tasse in più. Con il maxi collocamento obbligazionario, invece, si limiterà a pagare gli interessi (non certo alti) dei corporate bond, in parte a tasso fisso e in parte variabile.
Anche Samsung, in fatto di liquidità, non scherza: dopo la sbornia di utili netti del primo trimestre 2013 (+41.6% rispetto al 2012, pari all'equivalente in won di 4,9 miliardi di euro) , il colosso coreano calcola di avere liquidità per circa 40 miliardi di dollari, che al netto dei debiti scendono a 28,5 miliardi. Un cash net quasi triplicato nel giro di un solo anno, grazie al potentissimo motore degli smartphone, che generano ampi profitti anche perché non necessitano di grandi investimenti di capitale.
Che cosa farà il colosso di Seul con tutti questi soldi? «E' la prima domanda che rivolgerò ai loro manager quando li incontrerò», spiega Willis Tsai, direttore della divisione di equity research di TIAA-CREF (chwe ha in portafoglio più di 40 milioni di azioni Samsung). Tsai ha dichiarato al Wall Street Journal che i coreani potrebbero investire in ricerac e sviluppo o in marketing, in modo da consolidare la crescita. «La montagna di liquidità non era mai cresciuta così tanto perché Samsung tendeva a reinvestire gli utili - sottolinea Mark Newman, analista di Sanford C. Bernstein a Hong Kong - ma ora le cose stanno cambiando».
In generale, gli esperti ritengono che Samsung possa utilizzare la cassa per acquisizioni (per esempio di spftware o apparecchiature medicali), ma anche concedere maggiori shareholder agli azionisti, finora remunerati meno dell'11% del valore delle azioni. Oppure si potrebbe assistere a un buyback di azioni. Nei prossimi mesi potremmo capire qualciosa di più, spiegano gli analisti, che non staccano gli occhi dal colosso di Seul.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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