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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2013 alle ore 10:38.

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Bankitalia: si fa più forte la stretta creditizia sulle impreseBankitalia: si fa più forte la stretta creditizia sulle impreseBankitalia: si fa più forte la stretta creditizia sulle impreseBankitalia: si fa più forte la stretta creditizia sulle impreseBankitalia: si fa più forte la stretta creditizia sulle impreseBankitalia: si fa più forte la stretta creditizia sulle imprese

Si fa sempre più profonda la flessione del credito all'economia. Gli ultimi dati della Banca d'Italia mostrano che in aprile i prestiti al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 2,3 per cento, contro il meno 1,7 registrato a marzo). Ma il dato va scomposto: da un lato ci sono i prestiti alle famiglie, che sono scesi dello 0,8 per cento sui dodici mesi, come nel mese precedente; dall'altro ci sono le erogazioni alle imprese che sono diminuiti, sempre su base annua, del 3,7 per cento (2,8 per cento a marzo).

In sostanza si fa sempre più stretta la spirale negativa segnalata nelle sue considerazioni finali dal governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, per cui il tasso di crescita dei prestiti è inversamente proporzionale al tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti: le imprese, per effetto della recessione, si indeboliscono finanziariamente e aumentano i fallimenti; i fallimenti si ripercuotono sulle sofferenze bancarie e aumentano le perdite su crediti che fanno scendere la redditività delle aziende di credito, ovvero gli utili da accantonare per accrescere il capitale.

Tutto questo, insieme a una recessione molto forte che nel 2012 ha provocato una flessione del Pil pari al 2,4 per cento come ha messo in evidenza qualche giorno fa uno studio di Standard &Poor's: minori prestiti alle imprese in Italia per 44 miliardi lo scorso anno ( ma se si fanno i conti dal dicembre del 2011 ai primi mesi di quest'anno i miliardi di credito venuti meno sono 60). La recessione, come ha messo in evidenza il direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi implica che le imprese sane non chiedono credito perchè rinviano a tempi migliori i programmi d'investimento mentre chiedono credito le imprese che vanno male e dunque hanno ragione le banche ad essere prudenti nelle erogazioni. Sta di fatto che anche i dati relativi al mese di aprile 2013 evidenziano infatti un tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze bancarie: è risultato pari al 22,3 per cento (21,7 per cento a marzo).

Quanto al versante della raccolta ad aprile, anche per effetto di un perdurante clima di incertezza sui mercati, il tasso di crescita su base annua dei depositi del settore privato è rimasto sostenuto, attestandosi al 7,1 per cento (7,0 per cento a marzo). Invece,il tasso di crescita sui dodici mesi della raccolta obbligazionaria, includendo le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è stato pari al -3,0 per cento (-3,3 per cento nel mese precedente.

Infine, la dinamica dei tassi mette in evidenza un leggero aumento dei tassi d'interesse erogati nel mese alle famiglie per l'acquisto di abitazioni: sono stati pari al 3,95 per cento (3,90 per cento a marzo) e una diminuzione di quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo al 9,48 per cento (9,64 a marzo). I tassi sui nuovi prestiti alle imprese di importo inferiore a 1 milione di euro sono stati pari al 4,39 per cento (4,36 nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a questa soglia sono cresciuti al 3,12 per cento (2,93 per cento a marzo); stabili all'1,14 per cento i tassi passivi sul complesso dei depositi.

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