Non sembra esserci un momento di tregua per Saipem. Ieri la notizia dell'incidente in Congo, dove si è inabissato un mezzo di perforazione a causa del cedimento del fondo marino. Eoggi, a Piazza Affari, la società guidata da Umberto Vergine paga dazio e scivola pesantemente a -3,3%, a 13,6 euro azzerando di fatto la benefica giornata di ieri che aveva segnato un rialzo del 4% dopo le difficili settimane seguite al profit warning di metà giugno.

Sugli effetti dell'affondamento di ieri è arrivata stamattina anche una nota di Mediobanca Securities che, nel suo "italian wake-up call", prova a quantificare l'impatto sull'Ebit. Secondo gli analisti il danno per Saipem «dovrebbe essere limitato». Il valore dell'asset (circa 130 milioni di euro), ricorda il report, «è coperto da una polizza assicurativa» e per il momento «non sembrano esserci danni ambientali». I contratti collegati all'impianto di perforazione, in base ai calcoli formulati da Mediobanca Securities, dovrebbero aggiungere perdite per 7 milioni ai 17,5 milioni previsti a livello di Ebit quest'anno.

Quanto all'impatto su 2014 e 2015, gli analisti stimano perdite pari a circa 10 e 14 milioni rispettivamente (l'1% circa dell'Ebit previsto). Mediobanca Securities mantiene il rating neutral su Saipem, con target price a 17,4 euro. Per quanto riguarda la controllante Eni (rating outperform e target price a 22,2 euro), l'impatto è giudicato molto limitato. Il valore dell'asset (Saipem lo consolida al 100% nei suoi conti) dovrebbe essere recuperato. In aggiunta a ciò, rileva ancora il report, l'impianto non è operato da Eni ma da Chevron.

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