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Osaka revival (di Stefano Carrer)

Siete favorevoli alla creazione di zone economiche speciali, anche per favorire investimenti diretti dall'estero?
"Se è vero che l'Abenomics ha alimentato speranze anche nella regione di Kansai, al momento non sono ancora visibili grandi movimenti in tema d'investimenti e opportunità di collaborazione dall'estero. Pensiamo tuttavia che aumenteranno se, favorita anche dal deprezzamento dello yen, d'ora in poi l'economia reale dovesse vivere una genuina ripresa. Stiamo inoltre promuovendo con forte impegno il cosiddetto progetto "area speciale internazionale per l'innovazione strategica di Kansai" volto al progressivo allestimento d'infrastrutture per l'innovazione, peraltro già in avanzata fase di sviluppo, nel convincimento che la regione possa divenire uno stimolante centro di attrazione d'investimenti anche per le società estere.

Poiché attualmente circa la metà delle aziende italiane già stabilitesi in Giappone (35 su 68, secondo il catalogo Toyo Keizai)dispone della sede centrale o di una filiale/punti di vendita proprio nel Kansai, immagino che tra ogni altra regione del Giappone questa sia tra le più familiari. Il Kansai, insomma, costituirà un richiamo sempre più interessante come destinazione d'investimento e per questo invitiamo anche le aziende italiane a considerare seriamente l'opportunità di stabilirsi qui. In Giappone, oltre, sono in atto numerose ricerche d'avanguardia a livello internazionale, ad esempio sulle cellule staminali pluripotenti indotte, o anche iPS, scoperte dal professor Yamanaka dell'Università Kyoto, destinatario lo scorso anno del premio Nobel per la fisiologia e la medicina. Per così dire, sono molti i semi qui piantati che, affinché si trasformino in un opportunità di business, l'anzidetta area economica speciale mostrerà ogni sua forza.

Con la speciale autorizzazione del governo giapponese stiamo inoltre realizzando l'area speciale internazionale per l'innovazione strategica di Kansai poggiandola su due colonne portanti: la green innovation nel settore ecologico e la life innovation nel settore della medicina e della salute. Essendo entrambi domini molto promettenti oltre che protagonisti dell'espansione del mercato globale, in essi nutriamo grandi aspettative in quanto motori di rigenerazione della nostra economia. Il valore investito dalle aziende locali ha già raggiunto 50 miliardi di yen. Va da sé che la nostra federazione intende svolgere un ruolo di promozione attiva di quest'area ed essendo convinti che ogni progetto avrà successo accoglieremo con entusiasmo anche le aziende e le università estere che vi vorranno investire. Tra queste, naturalmente, anche le aziende italiane".

Come vede le prospettive dell'energia nucleare?
"Attualmente nel Kansai sono in funzione soltanto i reattori 3 e 4 della centrale nucleare di Oi gestita da KEPCO (Kansai Electric Power Co., Inc.). Prima del grande sisma del Giappone orientale l'energia nucleare costituiva un terzo del fabbisogno totale, ora tuttavia soppiantata dall'energia termoelettrica i cui costi aggiuntivi di approvvigionamento della materia prima sono tuttavia enormi. Da questa primavera, infatti, nella nostra regione la bolletta elettrica è più pesante, costituendo ciò un onere notevole per aziende e famiglie. Benché attualmente gli effetti dell'Abenomics stiano dando nuovo vigore all'economia giapponese, siamo molto preoccupati di questa precarietà dell'energia elettrica che, costituendo una limitazione alle attività industriali, potrebbe intralciare ogni sforzo e vanificare la tanto attesa ripresa.

Il Giappone ha poche risorse naturali e il suo isolamento geografico rende più difficile importare energia elettrica dai Paesi circostanti. In considerazione di questa situazione e dell'importanza di fattori quali l'economicità e la stabilità energetica, nonché la compatibilità ambientale, è chiaro quanto sia indispensabile che continui a proseguire sulla strada del nucleare. La nostra Federazione eserciterà perciò ogni possibile pressione sul governo e ogni altro ente coinvolto affinché riattivi al più presto le centrali nucleari delle quali si possa garantire la sicurezza".

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