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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2013 alle ore 07:10.

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La banca online prende quota. Italia, per una volta, nella media europea

Un italiano su quattro ricorre al mobile banking. E nel giro dei prossimi sei mesi, il 7% dei "non utilizzatori" potrebbe convertirsi e passare ai servizi bancari su smartphone e tablet. Una vera e propria valanga di nuovi utenti, che potrebbero essere potenzialmente 700-800mila soltanto in Italia. I dati emergono dall'indagine internazionale di Ing Direct su mobile banking, social media e financial behaviour, condotta su un campione di 11mila utenti bancari in 12 diversi Paesi.

«Per una volta, l'Italia non è il fanalino di coda in Europa nel passaggio alle nuove tecnologie», commenta Damiano Castelli, Ceo di Ing Direct Italia. «Anzi, la percentuale di utenti italiani che ricorrono al mobile banking, pari al 23% della popolazione, non si discosta troppo dalla media europea del 25%». Anche nel Regno Unito, dove l'e-commerce registra volumi quadrupli rispetto a quanto avvenga in Italia, la penetrazione dei servizi mobili è ferma al 29%.

La rivoluzione mobile porta con sé conseguenze molto pratiche nel rapporto tra gli italiani e gli istituti di credito. Il 75% di chi utilizza le nuove tecnologie sostiene di avere un controllo maggiore sulle proprie spese. L'85% circa verifica più spesso il proprio conto corrente, pur recandosi in filiale meno di frequente. E un italiano su due risparmia di più, paga le bollette in tempo e si ritrova meno spesso con il saldo in rosso.

Ci sono però dei fattori che ostacolano una diffusione ulteriore del mobile banking in Italia. È vero, gli italiani sono adottatori entusiasti di smartphone e cellulari, ma la penetrazione del mercato non è ancora completa. E così il 40% degli italiani dichiara di non ricorrere ai servizi bancari mobili semplicemente perchè non ha un tablet o un altro dispositivo mobile di nuova generazione.

C'è poi un buon numero di scettici e diffidenti: il 20%, infatti, teme per la sicurezza di dati e transazioni. «La percentuale è inferiore alla media europea del 33 per cento. Bisogna dire che i normali pc desktop sono ancora più vulnerabili degli smartphone. D'altra parte, però, molti utenti non si rendono ancora conto che ormai gli smartphone sono diventati dei veri e propri computer portatili, e come tali vanno protetti con antivirus e altre misure di sicurezza», rileva Castelli.

Capitolo a parte per il rapporto tra clienti bancari e social media. Il 42% degli italiani utilizza Facebook e affini per cercare informazioni generali sulla propria banca. Il 38% si sfoga ed espone le proprie lamentele con post e tweet. E un italiano su tre inoltra le richieste di servizi specifici direttamente sui social network, così da entrare più rapidamente in contatto con il personale della banca. Per gli istituti di credito, il web 2.0 si conferma come un canale fondamentale di interazione con il pubblico. Ma la presenza sui social media comporta aspettative più alte da parte della clientela.

Il 70% circa degli utenti si aspetta di ricevere consigli sui propri risparmi, informazioni sulle attività di corporate responsibility della banca, e altre informazioni e notizie sugli effetti dei principali avvenimenti macroeconomici che abbiano ricadute su depositi e investimenti. E il 40% degli utenti, soprattutto se giovani, apprezzerebbero la possibilità di effettuare pagamenti direttamente su Facebook e gli altri social media.

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