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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2013 alle ore 17:40.
L'ultima modifica è del 12 luglio 2013 alle ore 07:06.

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La tensione su Lisbona fa salire lo spread. Wall Street debole, Milano -1,57%, Madrid a picco

Chiusura debole per Wall Street: il Dow Jones è invariato a 15.461,07 punti, il Nasdaq sale dello 0,6% a 3.600,48 punti mentre lo S&P 500 avanza dello 0,3% a 1.680 punti. I mercati sembrano in cerca di una pausa di riflessione mentre digeriscono gli ultimi dati sui prezzi alla produzione e sulla fiducia dei consumatori, inferiori alle attese degli analisti.

La tensione sui debiti sovrani dell'Eurozona torna invece a tenere banco nel Vecchio Continente. Dopo una mattinata relativamente tranquilla, nella prima parte del pomeriggio c'è stata una brusca impennata degli spread dei titoli periferici. Il differenziale Italia Germania è salito fino a superare quota 300 punti, per poi ripiegare a quota 291 (segui l'andamento dello spread Bund-BTP in tempo reale).

Timori su Lisbona
L'ondata di vendite è partita dal Portogallo. I nuovi timori di instabilità politica hanno infatti accelerato l'impennata dei rendimenti dei titoli portoghesi tornati sopra il 7,4% ai massimi da novembre 2012. Il sell-off è stato innescato dalle parole di Antonio Jose Seguro, leader dell'opposizione socialista, che ha chiesto di rinegoziare il piano di salvataggio con i creditori internazionali. Una presa di posizione particolarmente rilevante perché nei giorni scorsi il presidente della Repubblica portoghese, consapevole dell'instabilità dell'esecutivo attualmente in carica, ha lanciato un appello per un governo di unità nazionale per completare il piano di risanamento dei conti pubblici. C'è da dire peraltro che l'impennata dei differenziali di Italia si è riassorbita. Nel caso dello spread Bund-BTp è significativo notare come l'ampliamento sia stato soprattutto favorito dalla corsa degli investitori al bund tedesco. Il tasso del decennale tedesco è passato da un massimo dell'1,61% visto nella prima parte della giornata fino a all'1,53 per cento.

Madrid frenata dalle utilities
Le Borse hanno chiuso a due velocità. Positive quelle dei Paesi "core" come Francoforte, Londra. In rosso quelle dei "periferici": Milano ha perso l'1,57%, Madrid il 2,32% (segui gli indici di Borsa in tempo reale) con Parigi a metà strada dato che l'indice Cac 40 cede poco meno di mezzo punto percentuale. Alla tensione sui debiti sovrani si è sommata la debolezza del comparto utilities in Spagna e Italia dopo la notizia pubblicata dal quotidiano spagnolo Cinco Dias secondo cui il governo di Madrid oggi potrebbe annunciare una riforma del settore dell'energia che prevede un taglio del 20% prezzo di distribuzione regolamentato di gas ed elettricità. Una mazzata per le società del settore. Il quotiano spagnolo parla di una riduzione del 7,5% dei ritorni per le aziende del settore rinnovabili e del 6,6% per altre attività regolamentate. Tutto il settore utilities è quindi fortemente penalizzato alla Borsa di Madrid a partire dai colossi Iberdrola ed Endesa, rispettivamente il quinto e il settimo gruppo per capitalizzazione dell'indice Ibex 35. Inevitabile il riflesso sulla controllante italiana Enel, così come per Enel Green Power, molto esposte sul mercato spagnolo, che non a caso sono tra i peggiori titoli del listino milanese. Male anche Telecom Italia dopo la proposta dell'Agcom di tagliare i canoni di accesso wholesale alla rete in rame per il 2013. Una decisione, vincolata al via libera Ue, che rischia di avere un impatto economico-finanziario sui conti Telecom di circa 110 milioni di euro su base annua rispetto al 2012 ponendo una seria ipoteca sul progetto di scorporo della rete.

Dati macro di giornata
Sul fronte dei dati macroeconomici sono stati pubblicati i numeri della produzione industriale nell'Eurozona di maggio. Eurostat ha registrato un calo dello 0,3% rispetto al mese precedente, (-1,3% su base annua). Meglio delle attese del mercato: il consensus degli analisti di S&P Capital Iq stimava infatti una flessione mese su mese dello 0,7 per cento. Oltreoceano è stata pubblicata l'ultima rilevazione dei prezzi alla produzione in giugno negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,8%, oltre le attese che erano per un +0,7%. Si tratta dell'incremento più elevato dal settembre scorso. Meglio delle attese anche l'indice della fiducia dei consumatori americani misurato dall'Università del Michigan che è salito in luglio a 83,9 punti da 82,7. Il consensus degli analisti di S&P Capital Iq si attendeva un calo a 81,5.

I conti societari
Prosegue intanto la stagione delle trimestrali a Wall Street. Meglio delle attese si sono rivelati i conti di Jp Morgan. Bene anche Wells Fargo che nel secondo trimestre ha riportato un utile netto migliore delle aspettative, pari a 5,5 miliardi di dollari, 98 centesimi per azione, il 19% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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