La notizia della cessione delle quote in Telco agli spagnoli di Telefonica ha spinto le azioni di Telecom Italia (+1,95%) e quelli delle società azioniste di Telco, cassaforte che controlla l'azionariato della compagnia. Spicca in particolare la performance di Mediobanca (+3,62%) e Generali (+1,67%) che controllano rispettivamente l'11,62 e il 30,58% di Telco mentre meno brillante è stata la performance di Intesa Sanpaolo (+0,41%). Decisamente negativa poi la performance dell'acquirente, la spagnola Telefonica che, dopo una seduta all'insegna dei ribassi ha chiuso invariata le contrattazioni alla Borsa di Madrid con il mercato che vuole ancora valutare bene costi e benefici dell'operazione per il secondo operatore europeo per capitalizzazione e fatturato. Da segnalare poi il balzo della controllata brasiliana Tim Participaciones che nei primi scambi alla Borsa di San Paolo è salita di circa il 6 per cento.

Il titolo Telecom Italia spicca in un comparto, quello delle telecomunicazioni che, a livello europeo ha chiuso in leggero rialzo (+0,83% l'indice Stoxx settoriale). Il titolo della società italiana da inizio anno mostra un calo del 13% mentre rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso la flessione è di oltre 27 punti percentuali. Numeri in decisa controtendenza rispetto a un settore che, pur non brillando per redditività e margini, quest'anno è stato protagonista di un certo recupero in Borsa dato che l'indice settoriale Stoxx 600 da inizio anno ha guadagnato il 19,23 per cento.

Attualmente Telecom Italia quota 0,67 volte il patrimonio contro un multiplo di settore che S&P Capital Iq fissa a 1,6 volte. Una valutazione che riflette l'andamento negativo dei conti della società in questi ultimi anni e soprattutto la zavorra del debito, a un passo da essere dichiarato junk (spazzatura) dalle agenzie di rating, che è pari a 2,9 volte l'Ebitda contro una media di settore che di 1,6 volte.

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