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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2013 alle ore 08:04.
L'ultima modifica è del 25 novembre 2013 alle ore 17:30.

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In Italia sono spesso guardati con scetticismo e scarsa fiducia, tanto che le adesioni stentano a decollare. In Europa sono premiati per la qualità delle strategie, delle performance e dei gestori. L'edizione 2013 degli Ipe Pension Fund Awards rappresenta una buona occasione per valutare criticamente la discrepanza tra l'opinione pubblica italiana e quella internazionale quando si parla di fondi pensione.

Ogni anno, l'associazione Investment & Pensions Europe (Ipe) individua e premia i fondi d'eccellenza in Europa. Nel 2013, il vincitore assoluto è il fondo britannico Pension Protection Fund (Ppf), che si aggiudica sia il titolo di "Miglior fondo pensione europeo", sia il premio come "Miglior fondo pensione pubblico", sia il riconoscimento speciale come "Miglior fondo in Gran Bretagna". Il funzionamento del Ppf, ai nostri occhi, è atipico: si tratta in realtà di una sorta di fondo di garanzia che interviene in caso di insolvenza di un fondo pensione a prestazione definita, il cui portafoglio di gestione è in capo al datore di lavoro.

La palma d'oro per la "Migliore strategia di investimento di lungo periodo" va invece al British Steel Pension Fund (Bspf). I numeri del fondo sono impensabili per le controparti italiane: al bilancio del 31 marzo 2013, Bspf aveva un valore di 13 miliardi di sterline, in crescita dai 12 miliardi del marzo 2012, e una performance annua del 12,3% (una media del 10% nell'arco degli ultimi 3 anni).

Tra gli altri grandi nomi degli Ipe Awards 2013 spicca il Belgacom Pension Fund, rivolto ai lavoratori dell'omonima società di telecomunicazioni, che ha vinto sia il premio d'argento come "Miglior fondo pensione aziendale" in assoluto, sia il premio nazionale per il Belgio. Non mancano i riconoscimenti personali, destinati ai grandi nomi dell'asset management previdenziale: Peter Borgdorff, come "personalità dell'anno" nel mondo dei fondi pensione, e Richard Balfe, per lo "straordinario contributo all'industria". Il primo è il Ceo di Pensioenfonds Zorg en Welzijn, e si è distinto per i suoi ragionamenti critici circa l'opportunità di investire la raccolta dei fondi pensione dei Paesi Bassi in asset nazionali. Balfe, invece, ha un ruolo istituzionale ed è sia rappresentante Uk presso il Comitato economico e sociale europeo, sia direttore del Fondo pensione dei membri del parlamento europeo.

E l'Italia? Tra i fondi pensione nazionali, è Laborfonds ad aggiudicarsi l'Ipe Award 2013 come migliore in Italia. Mentre il Fondo pensione per gli agenti professionisti di assicurazione vince il premio come "Miglior fondo di piccole dimensioni" in Europa.
Il divario tra l'Italia e il resto dell'UE emerge evidente dagli Ipe Awards; non tanto, e non solo, in termini di performance dei fondi pensione, quanto piuttosto come filosofia e mentalità di approccio alla finanza a fini previdenziali. Laddove gli investitori italiani guardano con timore alle strategie incentrate su commodity, smart beta, mercati emergenti, a livello europeo ci sono delle categorie apposite di premi per chi sa eccellervi.

La paura, allora, sembra emergere da un basso livello medio di educazione e consapevolezza finanziaria. E questo stesso fattore determina il ritardo nelle performance: in mancanza di approcci evoluti, l'industria italiana ha guadagnato in media il 4,9% annuo dal 2009 a oggi, ben al di sotto della media europea del 7,4%. Insomma, un cane che si morde la coda.

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