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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2014 alle ore 22:10.
L'ultima modifica è del 11 febbraio 2014 alle ore 22:23.

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Janet Yellen convince i mercati con la sua prima testimonianza ufficiale da presidente della Federal Reserve di fronte al Congresso Usa: un discorso all'insegna della continuità con il predecessore Ben Bernanke, che evidentemente ha per il momento tranquillizzato gli investitori. L'andamento positivo di Wall Street (guarda gli indici), con il Dow Jones tornato sopra momentaneamente sopra quota 16mila punti per chiudere a 15.994, 77 (+1,22%), il Nasdaq a +1,03%% e 4191,04 e lo S&P500 a +1,11% e 1819,75 punti, ha favorito l'avanzata finale di Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha chiuso a +1,04% in linea con il resto d'Europa.

Giornata volatile invece per i titoli di Stato italiani, che in mattinata hanno ridotto le distanze da quelli tedeschi fino a 199 punti base per poi chiudere a quota 200 (rendimento del BTp decennale al 3,68%). Sui mercati valutari, l'euro scende a 1,3639 dollari mentre il biglietto verde avanza a 102,65 yen.

Le indicazioni sul «tapering»

Yellen, che ha parlato alla commissione Finanziaria della Camera, ha ribadito che la Federal Reserve «probabilmente continuerà a tagliare» il piano di acquisto di bond e titoli di stato nell'ambito del quantitative easing «a passi misurati» se gli indicatori macroeconomici procederanno come previsto. Al tempo stesso ha sottolineato che «la ripresa del mercato del lavoro è lontana dall'essere completa» e che l'atteggiamento della Fed da lei presieduta rimarrà espansivo fino a quando il tasso di disoccupazione non sarà sceso «ben al di sotto» del 6,5 per cento. Una «guida per il futuro» che evidentemente è suonata rassicurante alle orecchie degli investitori, già ben disposti dopo i dati sul mercato del lavoro Usa di venerdì scorso. «Se le prossime cifre sull'occupazione di febbraio dovessero evidenziare una crescita molto debole, inferiore ai 100mila nuovi posti di lavoro creati, la Yellen e gli altri membri del Fomc potrebbero decidere di fare una pausa nel tapering nel meeting del 18-19 marzo», conferma Filippo Diodovich, market strategist di Ig.

Il Portogallo torna sul decennale

In Europa la propensione al rischio mostrata dagli investitori ha favorito soprattutto il Portogallo, che ha collocato attraverso un sindacato di banche titoli decennali per 3 miliardi di euro a un rendimento attorno al 5 per cento. Per Lisbona si tratta di un ulteriore passo in avanti verso il ritorno sul mercato dei capitali, in vista dell'uscita dal piano di aiuti internazionali da 78 miliardi di euro prevista nel corso dell'anno. Sul mercato anche obbligazioni di Germania (900 milioni di indicizzati all'inflazione con scadenza 2018), Olanda (2,3 miliardi con scadenza 2019) e Grecia (1,3 miliardi a 3 mesi con tassi ai minimi dal 2010). Per l'Italia i test significativi saranno però domani (8 miliardi di BoT a 12 mesi) e soprattutto giovedì (6-7,5 miliardi fra BTp a 3,7 e 30 anni).

Le trimestrali muovono l'Europa

In assenza di dati macro, l'attenzione nel Vecchio Continente è stata catturata dalle trimestrali societarie: ha deluso Barclays, che fra l'altro ha annunciato il taglio di 10-12mila dipendenti nel corso del 2014, mentre sono stati ben accolti i conti di Lagardere e Michelin. In evidenza anche l'Oreal, che ha comunicato il riacquisto dell'8% del proprio capitale detenuto da Nestlé. In Italia ha perso terreno Saipem , mentre Recordati e Sabaf sono avanzate dopo la diffusione dei dati di bilancio. Debole Telecom Italia sulla notizia della riapertura del dossier Tim-Gvt (poi smentita da Tim Participaçoes, holding brasiliana di Telecom). Bene invece Mediaset, che si è aggiudicata i diritti per la Champions League per il triennio 2015-2018. Fra le banche in evidenza ancora una volta le popolari e soprattutto Bper dopo che l'aministratore delegato, Luigi Odorici, ha allontanato l'ipotesi di un aumento di capitale.

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