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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2014 alle ore 07:44.
L'ultima modifica è del 03 giugno 2014 alle ore 07:55.
di Gabriele Petrucciani
Crescono le frodi creditizie. E il trend è preoccupante. Più di 26mila i casi rilevati nel 2013 (+8,3% sul 2012), con perdite economiche stimate in 162 milioni di euro. È quanto emerge dall'ultima edizione dell'Osservatorio Crif sui furti d'identità e frodi creditizie. Malgrado la crisi e la conseguente contrazione dei volumi sia della domanda di finanziamenti, sia del credito erogato alle famiglie, dunque, non si arresta la dinamica crescente delle frodi creditizie.
E una delle cause principali è l'estrema facilità con cui i criminali riescono ad accedere alle informazioni personali attraverso documenti, cartacei o in formato digitale, e attraverso i dati e profili scaricabili dai social network. Le vittime preferite sono gli uomini, il 62,6% del totale, mentre la fascia di età più colpita è quella degli under 30, anche se la percentuale è in calo (26,1% rispetto al 27,5% del 2012). La classe che ha fatto registrare il maggior incremento, invece, è quella tra i 51 e i 60 anni (+9,2%, con una quota del 14,9% del totale).
Dai prestiti finalizzati alle carte di credito
Per quanto riguarda le tipologie di finanziamento oggetto di frode, dall'Osservatorio Crif emerge che i prestiti finalizzati continuano ad assorbire la quota preponderante, con l'81,2% dei casi totali. Questo perché la frode viene spesso portata a termine presso un punto vendita, come una concessionaria di auto o moto, oppure presso una catena di distribuzione, che rispetto agli istituti di credito hanno l'esigenza di rispondere al cliente in tempi più stretti. L'incremento più consistente, però, è rilevato sulle carte di credito a saldo, con le frodi aumentate del 64,4% sul 2012. Nonostante la forte crescita, comunque, il numero di casi rimane limitato rispetto al totale (1,6%). Più alto, invece, il numero di frodi ai danni delle carte di credito rateali (il 5% del totale). Dall'Osservatorio Crif, poi, emerge chiaro come stia assumendo proporzioni rilevanti, per numero di casi e importi, anche il fenomeno del furto di identità con riferimento a cambiali e assegni emessi a nome altrui. In particolare, l'importo totale di assegni e cambiali protestati emessi con falsificazione della firma e furto di identità ha superato nel 2013 i 20 milioni di euro. La frode può riguardare sia l'utilizzo di carnet di assegni rubati o smarriti sia l'apertura di un conto corrente, a nome di un'ignara vittima, per poi emettere assegni a suo nome. In entrambi i casi, l'assegno, qualora non possa essere incassato, viene protestato, con evidenti ripercussioni sulla vittima del furto di identità.
Tempi di scoperta ancora lunghi
Circa la metà dei casi di frodi creditizie, il 52,5%, viene scoperta entro 12 mesi, mentre il restante 47,5% negli anni successivi. Se la frode non viene alla luce nei primi mesi, per esempio a fronte delle prime operazioni di sollecito di pagamento, è molto probabile che rimarrà nell'ombra molto a lungo, rendendo difficile ricostruire il caso e ripristinare la reputazione creditizia della vittima. «Da parte degli istituti di credito si sta alzando il livello di attenzione sul fenomeno delle frodi - precisa Maria Luisa Cardini, senior business consultant del centro di competenza Fraud Prevention & Compliance Solutions di Crif -. In passato, per le frodi di identità, la tecnologia sembrava avere facilitato più i frodatori che la prevenzione. Le tecnologie digitali e di stampa hanno consentito la creazione di documenti falsi sempre più precisi, mentre l'accesso ai dati sul web ha facilitato la raccolta di informazioni anagrafiche utilizzate per i furti d'identità. Ma oggi qualcosa sta cambiando - conclude - La tecnologia, infatti, consente di eseguire una completa verifica antifrode su un documento d'identità attraverso una semplice foto fatta con uno smartphone. Una svolta significativa».
In campania il maggior numero di frodi
La ripartizione delle frodi per regione di residenza dichiarata al momento della richiesta del finanziamento mostra una maggiore incidenza in Campania (con il 16,3% dei casi totali), Sicilia (14,0%) e Lombardia (11,3%). Anche se, il maggior incremento rispetto all'anno precedente si registra in Basilicata (+49,6%) e in Molise (+42,0%). Analizzando, infine, il dato delle frodi in rapporto al credito erogato, la Campania e la Sicilia rimangono sempre saldamente ai vertici di questa classifica poco lusinghiera. In Lombardia, invece, il fenomeno risulta fortemente ridimensionato rispetto al 2012.
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