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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2014 alle ore 22:15.
L'ultima modifica è del 10 luglio 2014 alle ore 22:23.

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Dopo il mini-rimbalzo di mercoledì le vendite tornano a farla da padrone sui mercati azionari (Consulta qui il saldo degli indici di Borsa europei). All'indomani dell'annuncio dello stop ad ottobre degli stimoli monetari della Federal Reserve tutti i principali listini del Vecchio Continente hanno chiuso in forte ribasso a partire da Piazza Affari frenata dai titoli bancari che ha tuttavia ridotto le perdie nel finale di seduta.

Male anche Wall Street, che ha chiuso in calo. Il Dow Jones ha perso lo 0,42% a 16.915,20 punti, il Nasdaq lo 0,52% a 4.396,20 punti. L'indice S&P500 ha ceduto lo 0,41% a 1.964,68 punti. Sulla Borsa americana ha pesato l'influenza negativa dell'Europa, che ha controbilanciato i dati sul mercato del lavoro: il numero di lavoratori americani che per la prima volta hanno fatto richiesta per ottenere i sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è calato la settimana scorsa, rimanendo vicino ai minimi dalla metà del 2007, ulteriore conferma del progressivo miglioramento in corso.

Sul mercato obbligazionario le prese di profitto hanno penalizzato i titoli di Stato dei Paesi periferici a cui vengono preferiti i bond sovrani dei Paesi del Nord Europa a maggior merito creditizio (qui i rendimenti dei principali titoli a 10 anni). Ne consegue che anche il differenziale di rendimento tra bond italiani e tedeschi sia decisamente risalito (qui il grafico di giornata dello spread Bund-BTp).

Il nervosismo degli operatori è stato alimentato dai timori sulla tenuta del Banco Espirito Santo, primo istituto di credito in Portogallo, la cui controllante Espirito Santo International nei giorni scorsi ha ritardato i pagamenti sui titoli a breve termine. Il titolo della prima banca portoghese è crollato questa mattina alla Borsa di Lisbona arrivando a perdere il 17% per poi essere sospeso dalle contrattazioni.

La fiducia dei mercati su borse e bond dei Paesi periferici è stato poi ulteriormente minata dai dati negativi della produzione industriale in Italia che a maggio ha registrato una frenata dell'1,2%, la peggiore dal 2012.

Nonostante il clima sfavorevole il collocamento dei BoT a 12 mesi è andato a segno senza problemi: il Tesoro ha infatti collocato tutti i 6,5 miliardi di titoli con tassi ai minimi storici e domanda solida. Bene anche l'asta della Spagna, che ha riaperto il titolo con scadenza novembre 2024 indicizzato all'inflazione.

Deludente invece il collocamento della Grecia che oggi aveva in programma di vendere, attraverso un patto di sindacato, fino a un massimo di 3 miliardi di titoli a 3 anni. Ebbene l'ammontare effettivamente collocato è stato in realtà pari alla metà: 1,5 miliardi di euro con tasso al 3,5%. La domanda è stata pari a 3 miliardi di euro.

Come già avvenuto nei giorni scorsi Piazza Affari soffre soprattutto la debolezza del comparto bancario, il più importante in termini di capitalizzazione (qui il grafico di giornata dell'indice settoriale Ftse Italia Banche).

Tra i giudizi dei broker di giornata si segnala quello di JpMorgan su Telecom Italia. La banca Usa ha alzato la sua raccomandazione sul titolo da "neutrale" a sovrappesare ("overweight"). Tra i i pochi titoli in rialzo si segnala Yoox che rimbalza dopo i pesanti ribassi delle scorse sedute (il titolo ha bruciato circa il 10% da venerdì scorso).

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