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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2014 alle ore 06:28.
L'ultima modifica è del 19 settembre 2014 alle ore 15:53.

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Alibaba ha fissato il prezzo definitivo di collocamento del titolo ieri sera al massimo della forchetta indicata, 68 dollari, rastrellando almeno 21,8 miliardi di dollari. Un Ipo tra i piu' grandi mai avvenuti, testa a testa con lo sbarco da circa 22 miliardi della Agricultural Bank of China nel 2010. E che potrebbe superarlo se la banche sottoscrittrici eserciteranno opzioni sui titoli dell'azienda cinese di e-commerce cinese che porteranno il totale ad oltre 25 miliardi. Al prezzo di collocamento, alzato nei giorni scorsi a una forchetta di 66-68 rispetto a iniziali 60-66 dollari in risposta alla forte domanda di titoli riscontrata durante il road show tra gli investitori, Alibaba puo' anche vantare una capitalizzazione di mercato di 168 miliardi, tra le prime 40 al mondo.

Il colosso cinese dell'e-commerce, potrebbero segnare un rally nel primo giorno di quotazione oggi a Wall Street arrivando a raggiungere una capitalizzazione di 217 miliardi di dollari. E' quanto stima un'analisi di Ig, che vede questa capitalizzazione sulla base delle quotazioni dei contratti per differenza (Cfd) sul proprio grey market, il mercato grigio non ufficiale. L'attesa, in particolare, è che il titolo possa chiudere oggi sugli 88 dollari con un balzo del 30%.

Il titolo comincerà a essere scambiato questa mattina al New York Stock Exchange sotto il simbolo BABA. Alla cerimonia di apertura della seduta odierna del Nyse sara' presente il fondatore e amministratore delegato del gruppo, Jack Ma, che suonerà la campanella di apertura delle contrattazioni alle 9,30 ora di New York.
Ma il test degli scambi sara' significativo: accanto all'ottimismo filtrano i commenti di alcuni analisti che temono Alibaba possa risentire di dubbi sulla strategia e sulla performance futura. Alibaba e' impegnata a diventare un'azienda globale, non solo confinata al dominio del commercio elettronico in Cina. E per questo ha in programma una strategia di acquisizioni, in parte grazie ai capitali ora raccolti. L'efficacia della sua espansione e l'impatto sulla redditivita' dell'azienda restano pero' da verificare.
Non mancano altre perplessita'. Tra questa la trasparenza e la governance: nonostante la quotazione, il controllo della societa' rimarra' in mano a un ristretto gruppo di 30 partners, tra cui il fondatore e amministratore delegato Jack Ma. Saranno lro a poter nominare la maggioranza degli esponenti del board.

Su Alibaba incombe anche la spada di Damocle delle possibili vendite di 8 miliardi di dollari in azioni da parte di soci iniziali che non sono soggette a clausole di lockup, cioe' a divieti a cederle nei primi mesi dopo il collocamento.
Tradizionalmente le aziende e le banche sottoscrittrici puntano a un "pop", a un sano rally, nel primo giorno di scambi di un nuovo titolo, per conquistare la fiducia del mercato. SE aibaba riuscira' anche in questa impresa, avra avuto un debutto di successo e potra' concentrarsi sulle sfide future. Altrimenti potrebbe nascere l'urgenza di rassicurare maggiormente Wall Street.

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