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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2014 alle ore 19:56.
L'ultima modifica è del 10 ottobre 2014 alle ore 21:52.

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Anche la Finlandia esce dal club sempre più ristretto della tripla A: Standard&Poor's ha infatti abbassato di un gradino, ad AA+ (con outlook stabile), il rating sul debito finlandese, citando le persistenti prospettive negative di crescita del Paese nordico. Confermato ad AA, invece, il rating di lungo termine francese, con revisione però al ribasso dell'outlook, che passa da stabile a negativo.

“Il downgrade – si legge nel report di S&P's su Helsinki – riflette la nostra visione del rischio che l'economia finlandese possa andare incontro a una prolungata stagnazione”. Le cause citate dall'agenzia di rating, che sottolinea come il Pil finlandese sia oggi 6 punti percentuali al di sotto del livello del 2008, sono invecchiamento della popolazione e diminuzione della forza lavoro, indebolimento della domanda esterna, perdita di quote di mercato nel settore chiave dell'information technology, riduzione strutturale dell'importante settore del legno e della carta e una relativa rigidità del mercato del lavoro.

“Non è una decisione che ci fa piacere, ma non è inattesa o drammatica - ha dichiarato il ministro delle Finanze finlandese, Antti Rinne -. Le nostre stime di crescita sono peggiorate, le ragioni sono note e abbiamo già preso le misure per farvi fronte”. Che la Finlandia non attraversasse un buon momento, il peggiore dalla depressione del 1990-92, era del resto ben noto. Lo evidenziavano gli indicatori economici che si susseguono da mesi e che, dopo due anni di crescita negativa (-1% nel 2012 e -1,4% nel 2013), determineranno anche un 2014 in rosso (gli economisti di Nordea Bank stimano la flessione allo 0,5%); lo hanno già spiegato diverse analisi economiche, indicandone le cause: il crollo del colosso delle telecomunicazioni Nokia e del settore IT, che un tempo pesava un decimo del Pil di Helsinki e oggi vale solo il 4%, la crisi dell'industria del legno e della carta, gli ultimi sviluppi congiunturali, come la flessione della domanda interna e il calo delle esportazioni dovuto alle performance deludenti di tradizionali mercati di sbocco, come l'Eurozona e la Russia. Nel rapporto con Mosca poi, fondamentale partner di Helsinki, sta pesando anche la crisi ucraina e la conseguente guerra a colpi di sanzioni con la Ue.

La crisi economica accentua le tensioni politiche che la Finlandia sta vivendo. Il governo di coalizione guidato da Alex Stubb ha perso il mese scorso uno dei suoi alleati, i Verdi, ed è oggi sostenuto da quattro partiti, pari a una maggioranza minima di 101 deputati su 200 in Parlameno. Le elezioni sono teoricamente in programma ad aprile del 2015, ma l'opposizione preme per un voto anticipato.

Quanto al club della tripla A, i Paesi con la valutazione più alta da parte delle tre principali agenzie di rating, ne fanno ormai parte nove eletti, nell'Eurozona solo Germania e Lussemburgo.

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