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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2014 alle ore 07:40.
L'ultima modifica è del 16 ottobre 2014 alle ore 08:07.

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Da molti mesi ormai l'incubo greco sembrava archiviato del tutto. La tornata di ricapitalizzazioni - con i soldi concessi dalla Troika - delle 4 principali banche greche sull'orlo del default nella prima grande crisi di Atene, che ormai data alcuni anni, sembrava aver risolto i guai degli istituti di credito ellenici, prostrati dal peso ingente dei bond di casa, crollati sotto il peso della crisi del debito pubblico.

Ma il problema non era solo quello dei portafogli ingolfati di obbligazioni del Governo. Per le banche greche l'altro problema, grande come una casa, era la recessione economica che aveva prodotto un fortissimo incremento dei crediti in sofferenza nei bilanci delle banche. Ebbene il capitale è stato rimpolpato ma la crisi, pur con qualche accenno di miglioramento, ha continuato strisciante a far accumulare sofferenze nei portafogli del sistema bancario.

È questo il punto dolente rivelato dall'agenzia di rating Fitch. Il peso dei crediti malati, che quindi necessitano di svalutazioni nel prossimo futuro, rischiano di erodere le faticose ricapitalizzazioni degli anni passati e rischiano di veder bocciate le banche elleniche al prossimo esame della Bce. Basta scorrere i dati per capire quanto sia acuto il problema, sottaciuto nei mesi scorsi.

Secondo i calcoli di Fitch il peso dei prestiti deteriorati in pancia alle 4 banche è elevatissimo. Per Alpha Bank sofferenze, incagli, prestiti in ristrutturazione valgono il 45,6% dell'intero portafoglio impieghi. Per Piraeus Bank siamo al 41,3%; Eurobank è “solo” al 31,7% mentre National Bank of Greece sfiora il 30%. Numeri da brivido. Basti pensare che la media dei prestiti malati in Italia o in Spagna, due paesi che hanno in comune un alto peso delle sofferenze, stanno intorno al 10%. In Grecia siamo a tre-quattro volte tanto.

Un peso tale è insostenibile. Anche ammettendo che l'economia greca torni a riprendersi, nella migliore delle ipotesi una parte di quella montagna di prestiti in sofferenza finirà per essere svalutata. Produrrà perdite che andranno a mangiarsi parte del capitale.
Capitale che in apparenza è alto. Per i 4 istituti il Core Tier 1 cioè il capitale di base rapportato agli attivi a rischio, che è l'asticella dell'esame Bce supera la soglia del 10%. E quindi vista così lo stress test sembrerebbe una passeggiata. Ma quella misura di capitale non tiene conto delle possibili perdite future sui crediti malati.

Anche qui Fitch snocciola numeri eloquenti. I soli crediti malati netti valgono in media per tutte e 4 le banche greche da 2 a 3 volte il patrimonio netto. Per National Bank of Greece siamo al 227% del capitale; Piraeus viaggia al 314%; Alpha Bank è al 322%; mentre Eurobank è “solo” al 260%. La massa dei crediti malati in pancia alle 4 banche si avvicina ai 60 miliardi. Il capitale complessivo delle 4 banche è poco più di 30 miliardi. Basterebbe dover svalutare una piccola quota dei crediti malati per mangiarsi una grossa parte del capitale.

E allora addio esame Bce. O meglio sarebbe tutto da rifare con la richiesta di una nuova tornata di aumenti di capitale per l'intero sistema bancario ellenico. Si vedrà il 26 ottobre.

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