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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2014 alle ore 22:11.
L'ultima modifica è del 01 dicembre 2014 alle ore 22:21.

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Si è aperta all'insegna del pessimismo sui mercati azionari la settimana che conduce all'atteso meeting Bce in calendario giovedì. Le dichiarazioni rilasciate anche nel weekend da alcuni membri del board di Francoforte sembrano lasciare pochi spazi a mosse straordinarie imminenti e, nell'incertezza, gli investitori hanno alleggerito le posizioni sui bancari (-1,6% il Eurostoxx600 del comparto). Non basta il rimbalzo del greggio (+4,3% il Wti gennaio in chiusura a New York, a 69 dollari al barile) a dare fiato alle società del settore.

In questo scenario Piazza Affari ha chiuso in maglia nera: -1,64% il Ftse Mib che ha fatto appena meglio degli altri periferici (-1,4% circa Lisbona, -1% Madrid). La peggiore è stata Azimut (-4,97%) a causa della transazione da 118 milioni con l'Agenzia delle Entrate. Tra i bancari, tutti negativi, -4,4% Bper. Eni ha perso un altro 2,5%. Sul mercato valutario euro in recupero a 1,2482 dollari (1,2443 venerdì).

BTp, giù i rendimenti e cala lo spread
Non si ferma il rally dei BTp decennali italiani, i cui rendimenti sono scesi durante la seduta sotto il 2%, per poi chiudere poco sopra. Un trend che ha portato lo spread a scendere sotto i 130 punti base, il livello minimo dal 2011. Il differenziale di rendimento tra il titolo decennale benchmark italiano (Isin IT0005045270) e quello tedesco di pari durata e' dunque tornato ai livelli di aprile 2011, prima della crisi dei debiti sovrani.

Soffrono i mercati statunitensi
Chiusura in territorio negativo per Wall Street dopo i deludenti dati sulle vendite del Black Friday negli Stati Uniti. Il Dow Jones perde lo 0,27% a 17.780,07 punti, il Nasdaq cede l'1,34% a 4.727,35 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,7% a 2.054,13 punti.

Dopo avere archiviato il secondo mese di fila in rialzo, anche a Wall Street i listini iniziano dicembre all'insegna delle vendite. Diversi i fattori che creano incertezza, a partire dai dati manifatturieri deludenti in Cina e Germania e al downgrade del Giappone da parte di Moody's. Ad alimentare preoccupazioni sullo stato di salute dell'economia globale anche le vendite deludenti registrate dai negozi americani nel Giorno del Ringraziamento e nel successivo Black Friday. Resta da vedere quale sara' la performance del Cyber Monday, la giornata di oggi dedicata a sconti su prodotti di elettronica al consumo. A tutto cio' si aggiungono le vendite sugli energetici con i trader che temono una caduta dei prezzi del greggio fino a 40 dollari al barile. Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones perde lo 0,21%, l'S&P 500 lo 0,31%, il Nasdaq lo 0,27%, a quota 4.778,73. Il contratto a gennaio del petrolio segna un +0,73% a 66,67 dollari al barile. L'oro a febbraio sale dello 0,66% a 1.183 dollari l'oncia.

Cambi, record negativo per il rublo
Euro poco mosso a 1,2472 dollari (dopo la chiusura di Wall Street) rispetto alle contrattazioni in Asia (1,2447, qui il grafico del cambio). La moneta unica resta ancora forte sullo yen a 147,74. Il rublo ha continuato a precipitare segnando un ulteriore record assoluto di debolezza nei confronti del dollaro e dell'euro. Zavorrata dai bassi prezzi del petrolio e dalle sanzioni economiche occidentali contro Mosca, la valuta russa è piombata nel giro di un quarto d'ora dopo l'apertura degli scambi a 64,50 rubli per un euro e 52 rubli per un dollaro. La moneta russa ha perso dall'inizio dell'anno un terzo del suo valore.

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