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17 luglio 2014

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Usa e Cina trainano le vendite

Il segnale più promettente è senza dubbio la crescita delle importazioni. L'analisi dei dati extra-Ue di febbraio a prima vista in realtà evidenzia un dato opposto, ma il calo globale del 5,2% per i nostri acquisti dall'estero su base annua è interamente determinato dal calo del comparto energetico, frenato in parte dalla debolezza della domanda per motivi "meteorologici", in parte dalla riduzione dei listini. Al netto dell'energia, per la nostra manifattura gli acquisti sono ingenti, con una crescita corale che abbraccia beni di consumo durevoli e non, beni strumentali e prodotti intermedi. Segnali di un possibile risveglio della nostra industria, visibile del resto nei buoni dati 2014 già registrati dalla produzione industriale e dal fatturato. Sul fronte delle vendite anche qui il bilancio a prima vista non è esaltante, una crescita annua dello 0,5% che diventa addirittura un calo di due punti su base mensile destagionalizzata. Sulle nostre vendite estere c'è però un effetto non trascurabile legato alla riduzione dei listini dell'oro, che principalmente esportiamo in Svizzera. E proprio Berna, non a caso, si conferma anche a febbraio il paese extra-Ue con la peggior performance in termini di acquisti di merci italiane, con un calo del 16% che sfiora addirittura i venti punti dall'inizio dell'anno.

Anche il bilancio dell'export extra-Ue migliora escludendo dal calcolo l'energia, con una crescita annua del 2,1% frenata solo dal comparto dei beni intermedi (dove è classificato l'oro), mentre per beni di consumo e prodotti strumentali la crescita del mese è più che robusta.
Su base geografica la dispersione dei risultati è particolarmente ampia, a testimonianza di una fase di turbolenza economica e geo-politica che inizia ad incidere anche sui conti delle nostre aziende. La svalutazione del rublo – ad esempio – è uno dei motivi principali della frenata in Russia, con acquisti in calo di oltre quattro punti nel mese. Svalutazioni e difficoltà economiche interne si ripercuotono anche nelle performance di Turchia (+0,5% nel mese, ma in rosso di quasi quattro punti da gennaio) e India, quest'ultima in calo di oltre otto punti percentuali.

Per fortuna delle aziende italiane, febbraio registra lo scatto evidente degli Stati Uniti, nostro primo mercato di sbocco extra-Ue, capace di crescere nel mese dell'8,1%, trainando in particolare le nostre vendite di macchinari. Ancora meglio ha però saputo fare la Cina, in grado di incrementare nel mese di febbraio gli acquisti di prodotti italiani del 14,3%.
Da soli, Washington e Pechino nel mese di febbraio hanno portato nelle casse delle aziende 262 milioni di euro in più rispetto a quanto accaduto nello stesso mese del 2013.
Per effetto del diverso trend di export (in lieve crescita) ed import (giù di 690 milioni per il calo dell'energia) la bilancia commerciale italiana extra-Ue chiude un altro mese in terreno positivo con un saldo attivo di 1,4 miliardi, più che raddoppiato rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.

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