Impresa & Territori IndustriaL'Europa rilancia il made in Italy
L'Europa rilancia il made in Italy
di Luca Orlando | 17 aprile 2014
Bentornata Europa. I dati dell'export italiano di febbraio evidenziano i primi effetti di una ritrovata stabilità nell'area euro, con una crescita media annua del 3% per le nostre vendite internazionali interamente targata Ue.
Se infatti la performance dei mercati più remoti (+0,2%) è stata frenata dal calo dei listini dell'oro (con il crollo di 16 punti per l'export verso la Svizzera) e dalle performance negative di alcuni paesi emergenti alle prese con la svalutazione delle monete locali (Russia, Turchia e India in primis), i risultati europei sono mediamente positivi, con acquisti di beni italiani in crescita quasi ovunque per il terzo mese consecutivo.
Dalla Germania, nostro primo partner commerciale, arriva la spinta determinante, una crescita su base annua del 4,4% che abbraccia quasi tutti i comparti produttivi, con risultati brillanti in particolare per tessile, prodotti in metallo e mezzi di trasporto.
Una "cortesia" che peraltro l'Italia ricambia, a testimonianza dell'esistenza di una cinghia di trasmissione diretta tra le diverse economie continentali, con una crescita dei nostri acquisti da Berlino nell'ordine dei cinque punti percentuali che rispecchia i primi refoli di crescita intercettati dal nostro sistema produttivo in questo avvio di 2014.
Il segno più in Europa è comunque visibile quasi ovunque (con la sola eccezione della Spagna, giù del 3,1%) con risultati brillanti e crescite a doppia cifra in particolare per gli acquisti di made in Italy da parte di Regno Unito, Belgio e Paesi Bassi, mentre continua il momento poco brillante nei confronti della Francia, dove la crescita degli acquisti si ferma all'1,5%.
Su base annua lo sviluppo delle nostre vendite nell'Unione europea è pari al 5,3%, il che si traduce in poco meno di un miliardo di euro in più incassato dalle nostre imprese rispetto allo stesso mese del 2013.
In termini percentuali, escludendo dal calcolo l'energia, per la manifattura italiana la performance è ancora superiore, con un aumento del 4,3% trainato in particolare dai beni durevoli e da quelli strumentali.
In termini settoriali febbraio fa registrare crescite robuste per le vendite oltreconfine di prodotti tessili e di quelli in metallo, con performance a doppia cifra per i mezzi di trasporto, trainati dalla corsa delle autovetture (+13,9%). Importante per la nostra economia anche il risveglio del settore dei macchinari, punta di diamante del made in Italy meccanico, con vendite in crescita del 7,1% e un saldo commerciale attivo che sfiora i 7 miliardi di euro nel primo bimestre dell'anno, il massimo tra tutti i comparti, da solo capace di rappresentare più della metà della performance realizzata dall'intero comparto manifatturiero nazionale.
Se l'export di febbraio non delude, anche, e forse soprattutto dal lato delle importazioni sono visibili segnali di risveglio per la nostra economia.
Alla crescita degli indici di fiducia e della produzione industriale si affianca infatti un risveglio dei nostri acquisti dall'estero, evidente in più settori. Il dato medio, è vero, resta ancora in calo di oltre due punti percentuali ma la frenata è interamenta targata "energia". Il calo dei consumi indotto dalle temperature miti del mese e la riduzione dei listini in rapporto all'anno precedente affondano gli acquisti legati al settore del 22,4%, un calo che da solo basta per spingere il rosso l'intera voce "import". Che tuttavia, nei settori manifatturieri fa registrare indicazioni confortanti di crescita nei beni di consumo durevole (+12,7%) e nei beni strumentali (+6,1%)a testimonianza di una minore riluttanza di imprese e famiglie a guardare al futuro con acquisti impegnativi o investimenti.
Per effetto del trend divergente tra importazioni ed esportazioni il saldo commerciale italiano continua a lievitare, raggiungendo nel mese 2,6 miliardi di attivo, più del doppio rispetto a quanto realizzato nello stesso mese del 2013.
