Speciale Barometro dell'economia

17 luglio 2014

My24

Impresa & Territori IndustriaMarzo/Alimentari, acquisti giù del 6,8%

Il dossier contiene (none) articoli
Torna alla home del dossier

Marzo/Alimentari, acquisti giù del 6,8%

MILANO - Il dato è brutto ma in parte fuorviante. Perché il calo del 3,5% registrato a marzo 2014 su base annua delle vendite al dettaglio, con una frenata che quasi raddoppia per il comparto alimentare (-6,8%), è fortemente influenzato dalla diversa collocazione della Pasqua: ad aprile quest'anno, a marzo nel 2013.
Elemento, questo, che rende il confronto in parte disomogeneo, ed è chiaro che alle vendite di supermercati e ipermercati viene a mancare a marzo del 2014 un fine settimana "pesante". La rilevanza del calendario è evidente spostandosi sul comparto non alimentare, quello meno coinvolto dalla festività, in cui il calo tendenziale è limitato all'1,5% e un paio di settori, calzature e utensili, riescono anche a realizzare una crescita.
La debolezza del comparto resta comunque lampante, con un calo delle vendite che si concretizza anche su base mensile destagionalizzata (-0,2%), mentre il bilancio del primo trimestre è in rosso per l'1,8 per cento.
Confesercenti, del resto, stima che tra gennaio ed aprile il saldo tra nuove aperture e cessazioni di negozi al dettaglio in Italia sia stato negativo per quasi 11mila unità. Fenomeno su cui in realtà si sommano diversi fattori. Da un lato è evidente la crisi dei piccoli negozi rispetto a supermercati e ipermercati, dall'altro diventa sempre più rilevante la quota di acquisti degli italiani effettuati online, dunque al di fuori del canale monitorato dall'Istat. In passato soprattutto viaggi, dunque servizi, mentre oggi è in crescita a doppia cifra anche l'acquisto di beni come libri, dischi, abbigliamento, elettronica. Un mercato arrivato nel 2013 a superare i 12 miliardi di euro, cifra che inevitabilmente "sgonfia" mese dopo mese il business a disposizione dei dettaglianti amplificando il dato negativo rispetto alla caduta reale dei consumi.
Le associazioni di categoria tendono però a sottolineare le difficoltà attuali delle famiglie: per Coldiretti la Pasqua non c'entra e gli acquisti alimentari sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981; per Confcommercio sono l'elevata pressione fiscale e l'incertezza sul carico tributario effettivo ad impedire alle famiglie di rivedere al rialzo i propri piani di spesa; per Federconsumatori il calo dell'alimentare è un vero e proprio grido d'allarme.
A gettare qualche spiraglio di ottimismo sul quadro congiunturale, che ancora stenta a presentare convincenti segnali di ripresa, l'Istat segnala ad aprile un deciso recupero delle importazioni italiane dai paesi extra-Ue. Il dato globale dell'import (-3,4% su base annua), risente del tracollo di quasi 20 punti per l'energia ma restringendo l'analisi alla manifattura (+6,3%) ci sono crescite robuste ovunque, dai beni di consumo ai prodotti intermedi, con il picco del +8,6% dei beni strumentali, ennesimo segnale di un tentativo di recupero per gli investimenti interni. Sul fronte delle vendite il dato è negativo, un calo su base annua del nostro export pari all'1,7% che tuttavia ha due origini specifiche: da un lato l'export di prodotti energetici, crollato di 16 punti, dall'altro le vendite di oro verso la Svizzera, crollate nel 2014 sia nei quantitativi (praticamente dimezzati), che nei valori, ridotti anche dalla discesa dei listini. Nel solo bimestre gennaio-febbraio la riduzione dell'export di oro verso Berna ha prodotto un gap di 600 milioni di euro, quasi certamente raddoppiato allargando l'analisi al primo quadrimestre. Escludendo energia e oro dal calcolo l'export extra-Ue non produce per la verità risultati esaltanti (+0,4%), ma almeno segnala un quadro meno depresso per la manifattura. Se guardiamo ai paesi di sbocco, i traini del made in Italy continuano ad essere Stati Uniti e Cina, positivi nel mese di oltre cinque punti con performance ancora migliori dall'inizio dell'anno. L'altra buona notizia è la stabilizzazione della Russia (+0,7%) dopo il crollo a doppia cifra di marzo legato a svalutazione del rublo e crisi Ucraina. Per Giappone, India e Turchia, paesi che in varia misura scontano rallentamenti della domanda interna e svalutazioni monetarie, si conferma ancora una volta il segno meno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Altri Dossier Raccomandati

Dossier Dossier

Leggi di più
Dossier Rapporto Puglia

Rapporto Puglia

Leggi di più
Dossier

Più start-up con il Sole

Leggi di più
(Afp) (robertharding)
Dossier I Panama Papers

I Panama Papers

Leggi di più
Dossier Lettera al risparmiatore

Lettera al risparmiatore

Leggi di più
Dossier

AUTORI_LE STRADE DELLA...

Leggi di più
Dossier Rapporto Food & Wine

Foof & Wine

Leggi di più
Dossier

I 150 anni del Sole 24...

Leggi di più
 (Alamy Stock Photo)
Dossier

Franchising

Leggi di più
Dossier Il tesoro in soffitta

Il Tesoro in Soffitta

Leggi di più