Impresa & Territori IndustriaUn pericoloso arretramento del manifatturiero
Scende la produzione a maggio: un pericoloso arretramento del manifatturiero
di Roberto Iotti | 10 luglio 2014

Pesante e per certi versi inaspettata caduta della produzione industriale italiana in maggio. Secondo le rilevazioni rese note ieri dall'Istat, la produzione scende dell'1,2% rispetto al mese precedente. Il risultato peggiore dal novembre 2012, e un -1,8% rispetto al 2013, dopo la crescita di aprile. Lo stesso istituto di statistica parla di un "dato molto negativo, al di là delle previsioni", forse generato anche del lungo ponte festivo del primo maggio. I dati sono infatti corretti per gli effetti di calendario tenendo conto solo delle festività e non anche dei giorni realmente lavorati (quindi dei tanti lavoratori in ferie venerdì 2 maggio).
Nel dettaglio, la media dei primi cinque mesi dell'anno la produzione risulta aumentata appena dello 0,1% rispetto al 2013. Le flessioni mensili maggiori riguardano i beni strumentali (-1,7%), seguiti da beni intermedi e beni di consumo (entrambi a -1,5%), mentre aumenta la produzione del comparto energia (+0,8%). In termini tendenziali, invece, sono in aumento i beni intermedi (+0,5%) e calano i beni strumentali (-3,9%), l'energia (-2%) e i beni di consumo (-1,7%).
Quanto ai diversi settori le diminuzioni annuali più marcate colpiscono la fabbricazione di apparecchiature elettriche e di quelle per uso domestico non elettriche (-6,5%), le altre industrie manifatturiere, la riparazione e l'installazione di macchine ed apparecchiature (-4,6) e la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-3,9%). Risultano in crescita, al contrario, l'attività estrattiva (+3,7%), la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (+2,9%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+0,2%).
Marcata la differenza con quanto stimato a fine giugno sia del Centro studi di Confindustria che da quello di IntesaSanPaolo. Nella rilevazione relativa all'attività industriale in giugno (+0,4%), gli analisti segnalavano infatti una lieve crescita (+0,1%) in maggio.
Crescita che invece non si è verificata. Anzi, tutto il manifatturiero, spina dorsale dell'industria italiana, mette in luce un pericoloso arretramento, indice di una debolezza profonda del sistema produttivo, ancora alle prese con le conseguenze della recessione.
Nonostante una moderata ripresa degli indici di fatturato e ordinativi che interessa l'attività da inizio d'anno, è evidente che buona parte dell'industria arranca. Ed è sempre più evidente che senza gli strumenti di una seria politica industriale – alleggerimento fiscale, semplificazione della burocrazia, miglioramento del credito e rilancio degli investimenti - ben difficilmente si potrà colmare il divario del 23,5% con il picco di produzione registrato nell'aprile 2008.