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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2010 alle ore 11:13.
L'ultima modifica è del 24 maggio 2010 alle ore 17:43.
Anche per le vittorie "minori" è mancato il gioco di squadra e così tre volonterose comparse sono riuscite a conservare pochi metri di vantaggio sul gruppo dopo una lunga fuga. Il francese Jerome Pineau ha vinto la quinta tappa del Giro, da Novara a Novi Ligure. Un percorso sulle strade di Coppi a 50 anni dalla sua morte con la conclusione sulle colline e i borghi del campionissimo («Fausto veniva da quella gente – scriveva Gianni Brera – ne aveva tutte le impronte, gloriose di sacrifici e di stenti»).
La prova dei tre fuggitivi non è stata, però, niente di esaltante; piuttosto è l'ennesima dimostrazione del l'incapacità delle squadra di "chiudere" il buco sia per l'assenza di passisti esperti sia di grandi sprinter da pilotare al traguardo. Ho l'impressione che siano state pensate e organizzate in vista del l'ultima settimana di salite. Un'impostazione che nasconde errori stretegici perchè in montagna i capitani resteranno, comunque, da soli.
Non a caso al termine della tappa di ieri sono volate parole grosse tra i direttori sportivi che si sono accusati a vicenda di mancata collaborazione nel l'inseguimento dei fuggitivi. Episodi come questi al Tour de France non succedono e, quindi, non dovremo sorprenderci se al Giro ci saranno poche tappe per velocisti puri.