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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 09:58.
L'ultima modifica è del 24 maggio 2010 alle ore 17:44.
Gli ultimi 50 chilometri della tappa da Frosinone a Cava dei Tirreni sono stati la fotografia della condizione fatiscente delle infrastrutture italiane con strade diventate impraticabili per un po' di pioggia che hanno costretto i ciclisti a "navigare" tra le pozzanghere. Le inquadrature lungo il percorso sono state l'ennesima conferma degli enormi ritardi italiani anche nella semplice manutenzione delle strade.
Le due tappe del week end scorso si sono fatte sentire nelle gambe dei corridori e così la nona tappa si è risolta con uno sprint del gruppo regolato dall'australiano Matthew Goss; la novità è che ieri, per la prima volta nel corso del Giro, i fuggitivi non sono riusciti ad arrivare al traguardo e centrare il successo. In una giornata senza spunti impressionante l'attenzione con cui hanno corso sia Alexandre Vinokourov (la maglia rosa ha anche attaccato) sia Cadel Evans che, ha "chiuso" da solo un buco di una quindicina di secondi e cercato di fare la volata, un esercizio in cui non è specializzato.
Nuova vittoria della scuola australiana con Goss, un corridore che si è formato al Centro Mapei di Castellanza: nei giorni scorsi abbiamo già sottolineato il valore di questa esperienza e quella di ieri è un'ulteriore conferma che quando ci sono investimenti arrivano i risultati.
I primi dieci giorni del Giro sono stati davvero impegnativi e nell'ultima settimana si faranno sentire gli sforzi e le sofferenze. Chi vincerà a Verona sarà il ciclista con la maggior capacità di recupero; insomma un vero numero uno.