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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2010 alle ore 16:16.
Mentre Silvio Berlusconi dalla comunità di don Gelmini, ad Amelia, dice che per andare avanti, dopo il suo discorso di mercoledì, ci vorrà un voto preciso del Parlamento, Italo Bocchino manda un segnale al premier e chiede un vertice di maggioranza: «Siamo convinti che ci siano i margini per una convergenza ma bisogna essere in due a pensarlo». Sulla maggioranza piovono polemiche dopo le parole incendiarie di Bossi contro la città di Roma. Il Pd ha preannunciato una mozione di sfiducia contro il senatur. E il cardinale Bagnasco dall'assise dei vescovi si dice angustiato per la situazione del paese.
Parlando nel corso della registrazione della puntata di Porta a Porta in onda questa sera, il capogruppo di Futuro e Libertà ha detto di ritenere «indispensabile» un vertice di maggioranza anche con Futuro e libertà prima dell'intervento del premier in aula alla Camera, previsto per mercoledì.
«È evidente - ha sottolineato Bocchino rispondendo a una domanda di Bruno Vespa - non si è mai vista una maggioranza in cui due gambe su tre preparano un documento e l'altro pezzo legge, sente e vota senza aderire». Del resto, ha aggiunto Bocchino, «la tregua passa anche attraverso un percorso di tregua: se non c'è un documento politico condiviso mercoledì è chiaro che c'è un problema».
La richiesta di un vertice di maggioranza prima del discorso del premier alla Camera è stata subito respinta dal vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli, che lo giudica «superfluo», visto che, spiega, «Berlusconi parlerà sulla base del programma elettorale sul quale il centrodestra ha vinto le elezioni e che non è cambiato». Del resto il presidente del Consiglio da Amelia non ha fatto nemmeno cenno alla proposta di Bocchino. Anzi, l'ha snobbata: «Sono alle prese - ha detto - con il documento che dovrà da me essere presentato in Parlamento e che dovrà ottenere un voto della maggioranza del Parlamento stesso per andare avanti nell'opera di realizzazione del nostro programma». Come a dire: chi c'è c'è.
Bocchino ha anche detto che non presenterà alcuna memoria difensiva per i probiviri del Pdl e che non lo faranno nemmeno Briguglio e Granata. Il motivo? «Perchè riteniamo che sia venuta meno la materia del contendere visto che noi non facciamo più parte del gruppo», ha sottolineato. Parlando invece della casa di An a Montecarlo, Bocchino ha ribadito il suo pensiero: «Saint lucia ha il dovere di documentare questa vicenda. Così, con documenti alla mano, possiamo capire se Fini si deve dimettere oppure no». Confermata la disponibilità di Fli a votare il lodo Alfano costituzionale, con una precisazione: «Siamo favorevoli al provvedimento, ma non vogliamo mettere in mezzo altre cose che possano arrecare danni ai cittadini». A Milano intanto oggi sono stati presentati i circoli dei finiani in Lombardia, gli obiettivi e i loro punti programmatici. (Cl.T.)