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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2011 alle ore 10:19.

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Raggio di evacuazione elevato a 20 chilometri
«Il raggio di evacuazione è stato alzato da 10 a 20 chilometri in seguito all'esplosione al reattore numero 1 dell'impianto di Fukushima che è avvenuta intorno alle 16 ora locale». Lo ha detto al telefono da Tokio l'esperto di fisica nucleare Alberto Mengoni. «Il raggio di evacuazione è stato disteso a 20 chilometri perchè c'è stata una fuoriuscita di radioattività. Non si sa ancora la quantità del rilascio di radioattività. In tutta la zona è stato consigliato di osservare le norme base per quanto riguarda il contagio radioattivo. I reattori che hanno problemi sono due nell'impianto di Fukushima 1 e uno nell'impianto di Fukushima 2 e si sta intervenendo. La situazione è in evoluzione: per il momento si sa che c'è stato un rilascio di radioattività ma non si sa il livello. In ogni caso stanno intervenendo sui diversi reattori: si pensava la situazione fosse sotto controllo, ma poi il primo reattore ha avuto problemi.. è tutto in evoluzione» ha detto a Radio 24 (ascolta l'audio).

Cinque italiani in zona
A Fukushima, «in questo momento, ci sono ancora cinque italiani». È quanto risultava questa mattina all'ambasciatore d'Italia a Tokyo, Vincenzo Petrone, che però - ai microfoni di Sky Tg24 ha precisato di «dubitare che i connazionali siano nel raggio di 10 chilometri dall' impianto». Petrone ha confermato che la polizia giapponese garantisce che né tra i deceduti né tra i feriti ci sono stranieri, pertanto neanche nostri connazionali. «Tuttavia - ha osservato Petrone - ci sono alcune centinaia di dispersi per i quali, per definizione, non si può sapere di che nazionalità siano. «Siamo in contatto praticamente con tutti gli italiani, ha spiegato il diplomatico. In questo momento ce ne mancano solamente 17 che stanno nell'area più pericolosa, quella di Miyagi. Però non possiamo ancora essere certi che i 17 siano lì, potrebbero essere già andati via. Quello che è certo che non possono non aver ricevuto le email che gli abbiamo mandato. Non ci hanno risposto, questo - ha sottolineato - è il punto».

In un'ora radiazioni pari a un anno
L'esplosione è stata accompagnata da un innalzamento netto dei livelli di radioattività. Nell'area circostante alla centrale, il livello di radioattivià s'è alzato a 1.015 microsievert (il siervert è un'unità di misura dei danni provocati dall'esposizione radioattiva, ndr.) per ora. Un individuo in condizioni normali è esposto a 0,05 microsievert l'ora. Secondo gli esperti, si tratta di livelli di radioattività per ora pari a quelli che vengono assorbiti da un individuo in condizioni normali in un anno. Ben oltre i livelli di tolleranza umana.

Allarme rosso tsunami scende a quattro prefetture
L'Agenzia meteorologica giapponese (Jma) ha abbassato l'allarme tsunami per le coste dell'arcipelago: secondo l'ultimo bollettino, diramato nel primo pomeriggio, sono scese a quattro le prefetture a rischio massimo di tsunami, con onde anomale potenzialmente oltre i tre metri di altezza. Le aree dove vige ancora l'allarme rosso sono quelle nord-orientali già colpite duramente dagli tsunami di ieri, seguiti al potente sisma di 8,9 gradi Richter: le prefetture di Iwate, Miyagi e Fukushima, e il tratto costiero della prefettura di Aomori.
La maggior parte delle zone del paese, compresa la baia della capitale Tokyo, presenta adesso l'allarme di colore giallo, corrispondente al pericolo di onde alte fino a mezzo metro.

Il bilancio e le operazioni di soccorso
Proseguono intanto le operazioni di soccorso nelle zone nord-orientali del paese, le più colpite da sisma e tsunami: il governo ha dispiegato circa 50mila soldati e soccorritori, con 190 aerei e decine di navi. Oggi sono attese nel paese anche squadre di soccorso inviate da Nuova Zelanda, Corea del Sud e Stati Uniti.

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