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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 06:44.

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Ribaltone Edison: Edf «licenzia» il ceo Quadrino - Ma per Parigi sette settori sono intoccabili. Nella foto la testat di Zidane a Materazzi nella finale mondiale di BerlinoRibaltone Edison: Edf «licenzia» il ceo Quadrino - Ma per Parigi sette settori sono intoccabili. Nella foto la testat di Zidane a Materazzi nella finale mondiale di Berlino

di Laura Galvagni
Quella di non ricandidare Umberto Quadrino alla guida di Edison è stata una decisione «politica», certo suffragata dalle recenti insoddisfazioni dei soci per un bilancio non brillante, ma comunque una scelta strategica che Edf ha maturato in fretta e in furia nel week end.

La mossa, emersa solo ieri a pochi giorni dal deposito delle liste ufficiali per il rinnovo del board che verranno rese note venerdì a valle del consiglio Transalpina di Energia di giovedì, è giunta quasi come un fulmine a ciel sereno dopo che sembrava ormai scontata la conferma, anche se solo per un anno, dell'attuale assetto di comando con Quadrino ad e Giuliano Zuccoli presidente. Si tratterebbe, dunque, di un preciso segnale che Henry Proglio, patron di Edf, avrebbe voluto inviare a Roma dopo che dal ministero dell'Economia e delle Finanze è partito un appello a Eni e a Enel perché si attivino sul dossier Foro Buonaparte in modo da contrastare, almeno sulla carta, le mire egemoniche dei francesi.

La potenziale discesa in campo dei due colossi, al momento solo ipotetica visto che la strada primaria resta la ricerca di un'intesa tra il gruppo transalpino e i partner italiani guidati da A2A, avrebbe lasciato di sasso il patron di Edf che, per tutta risposta, avrebbe deciso di stringere ulteriormente la presa su Edison. Quadrino, per quanto presente in azienda dal 2001 e almeno dal 2006 espressione diretta dei francesi in Foro Buonaparte, forse anche per i suoi forti legami con Giulio Tremonti, incontrato proprio ieri mattina all'Aspen a Milano per un ultimo faccia a faccia sul tema, non deve essere parso sufficientemente schierato con Parigi per poter difendere nei prossimi 12 mesi gli interessi di Edf in Italia complice anche il fatto che per lungo tempo è stato considerato quasi un ufficiale di collegamento tra i palazzi francesi e quelli romani.

Ecco perché, con ogni probabilità, il nuovo ad di Edison sarà scelto tra Bruno Lescoeur e Jean Louis Mathias, già presenti entrambi nel board del gruppo energetico e con il primo, in particolare, avezzo a trattare con la politica romana. Tanto più che, come detto, i risultati ottenuti quest'anno da Edison, complici gli oltre 400 milioni di svalutazioni, hanno giocato a sfavore della riconferma dell'ad. Manager, tra l'altro, non particolarmente gradito neppure alla compagine italiana che, pur non avendo voce in capitolo, di certo non ha messo i bastoni tra le ruote al partner francese. Non foss'altro perché, come anticipato ieri da Radiocor, proprio in virtù delle svalutazioni Edison e dei conseguenti aggiustamenti di valore in Transalpina di Energia (il veicolo metà francese e metà italiano che controlla Edison), A2A si appresta a chiudere il 2010 con svalutazioni per 130 milioni e un utile attorno ai 300 milioni, che per la maggior parte verrà distribuito ai soci (0,097 euro per azione). Lo stesso presidente del consiglio di gestione di A2A, Zuccoli, in un'intervista rilasciata al Sole 24 Ore il 24 marzo, non aveva usato parole tenere nei confronti di Quadrino tanto da arrivare a dire: «Non è accettabile che un manager dia il ben servito ai suoi azionisti, i ruoli vanno rispettati. Nel senso che sono gli azionisti a poter licenziare l'ad e non viceversa». Fatto puntualmente verificatosi quattro giorni dopo.

A questo punto, tuttavia, c'è da chiedersi se il governo italiano, in particolare Tremonti, vorrà reagire al contropiede francese. In questo caso potrebbe venir messa in discussione la permanenza di Zuccoli alla presidenza di Edison per favorire l'ascesa di una figura il più possibile legata alla politica romana. Certo Zuccoli da tempo vanta stretti legami con Tremonti ma il ministro potrebbe chiedere di più, ossia un candidato completamente slegato alle logiche manageriali ma a presidio dell'interesse nazionale. Tanto che in ambienti politici ieri circolava addirittura il nome dell'attuale sindaco di Milano, Letizia Moratti. Ipotesi per alcuni fantasiosa ma che forse potrebbe spianare la strada all'ingresso in lista, magari anche come semplici membri del board, di Gabriele Albertini o di Bruno Caparini, già più volte indicati come potenziali numeri uno di Foro Buonaparte assieme a Massimo Ponzellini. Proprio Albertini ieri ha commentato: «Se mi offrissero la presidenza di Edison prenderei in considerazione la proposta ma al momento nessuno mi ha contatto». L'ultima parola spetta al cda di Delmi convocato per giovedì, a monte del consiglio Tde.


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