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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 07:51.

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di Marigia Mangano
Il consiglio di amministrazione straordinario delle Generali è stato fissato per il prossimo 6 aprile. Il presidente Cesare Geronzi lo ha convocato ieri in tarda serata dopo aver ricevuto una sollecitazione precisa da oltre un terzo del consiglio di amministrazione. Il messaggio è arrivato con una lettera.

Secondo alcune ricostruzioni la missiva, firmata da 8 consiglieri su diciotto, sarebbe stata inviata via mail (peraltro non in versione integrale, ma con alcune richieste), senza però essere stata anticipata, come generalmente avviene in questi casi, da una telefonata formale, quasi che la mail non volesse rappresentare un vero e proprio vincolo alla presidenza ma un pressing più soft. Al di là delle modalità di comunicazione, la sostanza del messaggio si può riassumere nell'ordine del giorno: «Esame delle notizie e informazioni relative alla compagnia apparse sui media successivamente alla seduta del Consiglio di amministrazione del 16 marzo. Verifiche del rispetto degli obblighi a carico degli amministratori e adozione di eventuali delibere e provvedimenti; verifica delle competenze in materia di comunicazione dell'attuale assetto organizzativo della relativa funzione».

Il documento – che il Sole24 Ore ha potuto consultare - porta la firma degli eletti nella lista di Assogestioni, Paola Sapienza, Cesare Calari e Carlo Carraro, del presidente della Tod's Diego Della Valle, del numero uno del gruppo De Agostini Lorenzo Pellicioli (ieri nel corso della trasmissione Invasioni Barbariche ha tuttavia precisato di «non aver inviato alcuna lettera a Cesare Geronzi»), del segretario generale della fondazione Crt Angelo Miglietta, del manager tedesco Reinfried Pohl e del patron del gruppo ceco Ppf Petr Kellner. La missiva spiega inoltre che «le ragioni della richiesta di convocazione in via d'urgenza si ritengono sussistenti a fronte della attuale e persistente diffusione, in maniera incontrollata e su tutti i mezzi di informazione, di notizie e dichiarazioni, anche di natura sensibile e riservata, relative alla gestione della Compagnia, e alla conseguente improrogabile necessità di discutere i suddetti punti all'ordine del giorno al fine di assumere senza indugio ogni conseguente iniziativa a tutela degli stakeholders».

Toni accesi, dunque, in linea con il clima delle ultime settimane. Che poi la lettera sia stata formalmente recapitata o meno, la presidenza delle Generali l'ha comunque considerata non pervenuta procedendo autonomamente alla convocazione del consiglio per il 6 aprile. Per quella data era già in calendario una riunione del comitato esecutivo di Trieste che - spiegano le fonti - non si terrà per lasciare posto alla riunione dell'intero board. Geronzi ha però scelto di arricchire l'ordine del giorno con altri punti oltre a quelli "imposti" dai consiglieri che hanno firmato la missiva. Compaiono così nell'ordine del giorno anche le comunicazioni del presidente, la lettera Isvap e i rapporti con la Consob.

È atteso dunque per la prossima settimana il chiarimento decisivo sul Leone, dopo ben due mesi di polemiche serrate, giunte al culmine con l'astensione sui conti del vicepresidente Vincent Bolloré al board del 16 marzo e le successive dichiarazioni infuocate di gran parte del consiglio. Il confronto all'interno del board delle Generali, il primo dopo la spaccatura legata all'astensione di Bolloré sul voto del bilancio e a cui hanno fatto seguito le polemiche legate alla joint venture con il gruppo ceco Ppf, si preannuncia assai importante per gli equilibri al vertice della principale compagnia assicurativa italiana. Formalmente, sul tavolo del board, ci sono precisi temi, certo. E allo stesso cda potrebbe arrivare anche la valutazione avviata dal capo azienda Giovanni Perissinotto su un possibile esposto alla Consob sulle ultime vicende, ma molto dipenderà dal clima che si creerà nei prossimi giorni. Nella sostanza, però, la riunione sarà decisiva per capire ben altro, ovvero il ruolo di Bolloré e, soprattutto, i rapporti di forza tra il presidente Geronzi e il management di Trieste, in particolar modo il ceo Perissinotto. Una collaborazione, quella tra Geronzi e Perissinotto, assai complessa, e il cui destino dipenderà molto dall'esito del confronto del prossimo 6 aprile.

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