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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2011 alle ore 20:04.

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Verso Londra 2012: la boxe italiana allo specchio (LaPresse)Verso Londra 2012: la boxe italiana allo specchio (LaPresse)

Nel 2013 avremo a disposizione la documentazione a relativa a due stagioni consecutive: se i dati medici ci conforteranno, anche la commissione medica del Cio potrà tenerne conto e decidere di conseguenza". Più cauto Damiani: "Non sono molto d'accordo con l'eliminazione del casco protettivo: dal punto di vista tecnico cambia parecchio, e anche nelle World Series di quest'anno la mancanza di abitudine a combattere senza casco ha causato diversi infortuni. Il casco è utile, anche per fare una boxe più tecnica e meno potente"

La grana Tatanka – A proposito di Clemente Russo. Il film di cui è protagonista il pugile di Marcianise, "Tatanka" (storia che prende il nome dal soprannome dello stesso Russo, e che racconta il riscatto sociale di un pugile a rischioso contatto con ambienti camorristi) non è piaciuto troppo al dipartimento di Pubblica Sicurezza della Polizia, corpo militare di cui Russo fa parte. Risultato: sospensione di sei mesi dalle Fiamme Oro, senza stipendio e senza scatti d'anzianità. "Ne so poco, ma mi hanno assicurato che non ci saranno conseguenze sulla preparazione olimpica", spiega Damiani. A consolare Russo, almeno parzialmente, il risalto dato alla vicenda, che almeno ha fatto da "traino" al film, in uscita nelle sale proprio a inizio maggio

Donne sul ring – Londra 2012 sarà anche l'occasione per l'esordio, nel programma olimpico, della boxe femminile. Nunzia Patti, Valeria Calabrese, Romina Marenda, Marzia Davide: ecco le ragazze della nazionale italiana, impegnate nelle qualificazioni per le tre categorie di peso ammesse (51 kg, 60 kg, 75 kg, cioè pesi mosca, leggeri e medi, ma già si pensa ad allargare la rappresentanza a Rio2016). Un cammino ancora lungo, che passa anche attraverso i Campionati dell'Unione Europea in programma a Katowice, in Polonia, dal 29 maggio al 4 giugno. "Il sogno olimpico? Io non lo vedo come un sogno, ma come un obiettivo per cui lavorare; se lavorerò bene, lo raggiungerò": una battuta che già dice molto del carattere di Valeria Calabrese, siciliana, classe '82, che cercherà la qualificazione nella categoria 51 kg. Voce decisa, passato ricco di successi nella kick-boxing, Valeria poi si scioglie un po':"Beh, certo, ammetto che ogni tanto ci penso, all'idea di salire su quel ring con lo speaker che dice il mio nome, all'Olimpiade...ma chiaro che quando sei in palestra pensi soprattutto al lavoro tecnico, alla preparazione fisica, insomma a far bene tutte quelle piccole e grandi cose che possono avvicinarti a questo risultato".

Il movimento, anche al femminile, è in crescita, con un +15% di tesserate nell'ultimo anno, ma si tratta comunque di una base di praticanti esigua (poco meno di 400 atlete in tutto), a confronto con le grandi scuole dell'Est: "Le avversarie? Le stesse scuole che prevalgono in campo maschile – spiega Calabrese – solo che a livello femminile queste atlete, seppur dilettanti, vivono e si allenano come professioniste, visto che nei loro Paesi il pugilato femminile è già sdoganato da tempo. Anche qui in Italia però siamo sulla strada giusta, sarà anche per l'esempio nostro o di campionesse come Simona Galassi. La base si sta ampliando, già stanno uscendo alle nostre spalle altre giovani promesse, ai pregiudizi nessuno da più retta, io già penso ai Mondiali dell'anno prossimo in Cina, validi anche come qualificazione per Londra". Se poi arrivasse anche una medaglia olimpica, allora davvero anche gli ultimi detrattori andrebbero al tappeto

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