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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2011 alle ore 08:12.

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Si arricchisce di un capitolo sulle semplificazioni fiscali il decreto sviluppo all'esame del ministero dell'Economia. Il Dl resta programmato per il consiglio dei ministri del 6 maggio, anche se le tensioni degli ultimi giorni nella maggioranza e tra alcuni ministri hanno rallentato il lavoro di limatura.

Alcune critiche rivolte a Tremonti, anche amplificate dal Giornale, avrebbero in qualche modo influito sull'annullamento della riunione tecnica di giovedì scorso in cui il titolare dell'Economia avrebbe dovuto mettere a punto il testo insieme ai colleghi. Ad ogni modo il provvedimento sembra quasi interamente definito e una telefonata di chiarimento tra Berlusconi e Tremonti avrebbe scongiurato slittamenti. Anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi rassicura sui tempi: «La prossima settimana approveremo il decreto per accelerare la crescita».
Nel menu semplificazioni per le imprese, interventi per velocizzare appalti e piano casa, introduzione di un credito di imposta al 90% per le spese in ricerca effettuate con la collaborazione delle università, creazione dei "distretti balneari", assunzione in tre anni dei precari della scuola. In bilico il pacchetto liberalizzazioni (in primis benzina e assicurazioni) proposto dallo Sviluppo economico, che insieme all'Economia valuta una norma per mettere in sicurezza l'incasso che lo Stato punta a incamerare entro settembre dall'asta delle frequenze per la banda larga mobile. Il nodo non è di facile risoluzione: per evitare nuovi tagli lineari ai ministeri, l'incasso dovrebbe essere in linea con le previsioni (2,4 miliardi) anche se gli operatori tlc che parteciperanno all'asta rischiano di acquistare un bene ancora indisponibile in quanto tuttora occupato dalle tv locali.

Per quanto riguarda gli interventi sul fisco, una delle ultime novità è la possibilità per il contribuente di cambiare idea su come utilizzare il proprio credito d'imposta tra tenerlo in dichiarazione o spenderlo in compensazione. Verrebbe dunque aperta la porta alla possibilità di rinunciare, entro un periodo di tempo determinato (ancora in corso di definizione), ai crediti d'imposta prima chiesti a rimborso e indicati nella dichiarazione dei redditi per poi poterli utilizzare in compensazione. C'è da capire se a beneficiare di questa semplificazione potranno essere ad esempio quelle imprese e i contribuenti che superano il limite alle compensazioni oggi fissato a 516mila euro e mai elevato, come prevede ancora il decreto anti-crisi del 2008, a 700mila euro.

Con il decreto, inoltre, l'amministrazione finanziaria sarebbe pronta a rivedere le regole sullo spesometro limitando l'obbligo di registrazione degli acquisti sopra i 3.600 euro solo se effettuati in contanti. Lo stesso direttore dell'agenzia delle Entrate, Attilio Befera, dopo aver disposto lo slittamento del nuovo strumento di controllo sugli acquisti (si veda Il Sole 24 Ore del 15 luglio scorso), aveva più volte indicato l'intenzione dell'amministrazione di ridurre al massimo il carico degli obblighi di comunicazione per i contribuenti. Per questo lo spesometro entrerà in vigore dal 1° luglio senza obblighi di segnalazione per acquisti effettuati con moneta elettronica (carte di credito, di debito) o con assegni.

Da verificare ancora la possibilità di inserire da subito un'introduzione più soft nel nostro ordinamento del cosiddetto accertamento esecutivo, ovvero dell'obbligo da parte dei contribuenti che dal 1° luglio riceveranno un avviso di accertamento, di versare il 50% delle maggiori imposte contestate e degli interessi se decidono di ricorre impugnando in contenzioso le pretese del fisco. Si starebbe lavorando a una modifica della norma prevista dalla manovra triennale della scorsa estate (Dl 78) andando a prevedere l'obbligo di versamento del 50% delle contestazioni del fisco (sanzioni sempre escluse) solo dopo il primo grado di giudizio. Ma questa norma, così come quella chiesta per ridurre dal 10 al 4% la ritenuta dovuta sui bonifici per chi effettua lavori di ristrutturazione edilizia o di riqualificazione energetica degli immobili, anziché nel decreto sviluppo, potrebbe entrare nella manovra attesa per giugno.
Un altro obbligo di comunicazione ritenuto di troppo e che potrebbe venire definitivamente cancellato – anche questo chiesto a gran voce dalle imprese – è la richiesta annuale delle detrazioni per carichi di famiglia e per lavoro dipendente anche in assenza di variazioni rispetto all'anno precedente.

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